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Una maglia, una storia … la Roma 1985-86 di Sven Goran Eriksson

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La maglia della Roma 1985-86

Un doveroso omaggio da parte mia alla memoria di un grandissimo allenatore purtroppo scomparso questa settimana: il grande Sven Goran Eriksson. A tale proposito, condivido una maglia di una Roma bella e sfortunata allenata da lui, quella della stagione 1985-86, campionato della grande rincorsa e della incredibile beffa interna contro il Lecce, ma anche della conquista della quarta coppa Italia sotto la presidenza di Dino Viola.

Questa è la cosiddetta maglia traforata, cioè una maglia fatta in un tessuto tecnico e bucherellato, una tipologia di maglia che la Roma cominciò ad utilizzare sul finire della stagione 1983-84.

La maglia traforata verrà utilizzata dalla Roma solo nella versione a manica corta.

Le caratteristiche della maglia

La maglia traforata utilizzata 1985/86 fu utilizzata in due varianti: la prima è questa in presentazione, con la toppa con lo stemma con il lupetto disegnato da Guido Gratton di colore rosso scuro e di un tessuto più rigido, contenente la scritta “AS Roma”. L’altra versione di traforata fu utilizzata solamente a fine campionato, per la famigerata partita Roma-Lecce 2-3 e per le due partite di finale di Coppa Italia contro la Sampdoria: la differenza sta, anche qui, nella toppa con lo stemma, più morbida, di colore più chiaro e con la scritta “AS Roma SpA”.

Etichetta Kappa

La maglia traforata fu un’innovazione portata in Italia da Robe di Kappa, (che concluderà proprio in questa stagione il rapporto commerciale con la società giallorossa iniziato a metà stagione 1983/84) per rendere più tollerabile la pesante divisa in acrilico usata dalla maggior parte dei club di serie A. Si tratta però non di una novità assoluta, dato che questi modelli erano già prodotti in ambito internazionale da diversi anni da Umbro (una versione fu usata dalla Roma stessa sul finire degli anni Settanta), Admiral e anche dall’Adidas (es. maglie delle nazionali del Galles, Inghilterra, Scozia e Canada per fare qualche esempio), ma certamente un’innovazione per il panorama italiano.

Venendo poi alle peculiarità della maglia in esame, notiamo il colletto a polo e i bordi manica gialli, lo stemma Kappa più distante dallo sponsor rispetto al passato e il numero bianco sul retro non più in plastica pesante ma di un materiale più leggero che riflette il tessuto traforato della maglia dove, infatti, si possono chiaramente distinguere i fori.

Lo sponsor commerciale, come noto, è sempre l’azienda alimentare emiliana “Barilla” che rimarrà fino alla stagione 1993-94.

Una formazione della Roma 1985-86

Chi ha indossato la maglia della Roma n°3 della stagione 1985-86

Il numero 3 fu abitualmente indossato in quella stagione principalmente da due calciatori: per la maggior parte delle partite fu sulle spalle di Dario Bonetti, terzino, ma anche stopper, che segnò anche in due fondamentali trasferte quali quelle di Pisa (che mantenne la Roma aggrappata alla corsa scudetto) e nella partita di andata a Lecce dove, al contrario che nella gara di ritorno non ci fu storia. Nelle gare iniziali, invece, il numero 3 fu indossato dal baffuto terzino marchigiano Emidio Oddi, altro giocatore storico della Roma degli anni Ottanta che rimase per sei stagioni.

Un primo piano di Sandro Tovalieri con questo modello di maglia

La stagione: dalla beffa Scudetto alla Coppa Italia

La stagione 1985-86 per la Roma di Eriksson fu esaltante per lunghi tratti, caratterizzata dalla lunga rincorsa alla Juventus, che a un certo punto sembrava veleggiare verso lo scudetto in sicurezza, fino ad essere agganciata dai giallorossi, complice qualche passo falso di troppo dei bianconeri, la maggiore regolarità dei giallorossi e lo scontro diretto dell’Olimpico vinto da questi ultimi.

Un’istantanea del match contro l’Avellino (Nela e Diaz)

Sembrava delinearsi un clamoroso quanto giusto spareggio scudetto, considerando il calendario abbastanza favorevole per entrambi (anzi, la Juve aveva l’ostacolo Milan da superare, mentre alla Roma toccavano un Lecce già retrocesso e il Como ormai già salvo); invece, come sappiamo, avvenne lo psicodramma del 20 aprile 1986, seguito anche dalla sconfitta di Como. I ragazzi di Eriksson si consolarono, come detto, con la Coppa Italia, uno dei tanti trofei vinti in carriera dal pluridecorato tecnico svedese.

Un’immagine di Eriksson ai tempi della Roma

Grazie all’amico Daniele per questo importante cimelio della mia collezione.

GLIEROIDELCALCIO.COM (Enrico Di Mauro)

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