Questa settimana, una piccola ed eccezionale “vacanza” dal mondo delle maglie anni 70-80 per raccontare di una maglia molto più moderna, ma non modernissima, a me molto cara, sia per il particolare che andrò a descrivere, sia per averla a lungo inseguita fino alla settimana scorsa. Siamo nei primi anni Duemila, precisamente nella stagione 2003-2004, quando la mia Cavese, ritornava, da neopromossa, nel girone C della serie C2.
Lo sponsor commerciale Despar
La maglia è già ovviamente in tessuto tecnico, prodotta dall’azienda cavese Royal Trophy, specializzata anche in produzione di coppe e trofei e non solo di maglie. Si tratta di un modello invernale a manica lunga, del caratteristico colore blufoncè, un blu scuro che contraddistingue le maglie della squadra metelliana. Lo sponsor commerciale è la catena di supermercati Despar, la cui scritta e relativo marchio, un abete, sono all’interno di due toppe, una rossa e l’altra verde, cucite alla maglia.
L’azienda olandese è ancora attiva. Nel 1932 a Zoetermeer nei Paesi Bassi, fu fondata sotto forma di società cooperativa. Aveva la finalità di unire sotto un’unica catena produttiva, diversi negozi di vendita al dettaglio. Il nome deriva dal motto olandese “Door Eendrachtig Samenwerken Profiteren Allen Regelmatig” (it.: Attraverso la cooperazione armoniosa tutti traggono vantaggio con regolarità). Modificarono poi l’acronimo in “De Spar” che in olandese significa “l’abete”, da cui il marchio che è anche presente sulla maglia.
Particolare di scudetto, stemma e sponsor
Il numero 3
Il Tricolore sulla maglia e il debutto di Biagio Antonacci in maglia aquilotta
Sopra lo sponsor, troviamo a sinistra, lo stemma della società, racchiuso in una toppa in cui è racchiuso il tradizionale aquilotto che artiglia un pallone da calcio, sormontato dalla scritta “S.S. Cavese 1919”. Sulla parte opposta ecco l’elemento storico che impreziosisce e rende unica questa maglia: la toppa con il tricolore. Ebbene sì, la Cavese non ha superato la Juventus al vertice della classifica nella stagione 2002-03, ma vinse la Poule Scudetto riservata alle vincitrici dei nove gironi della serie D e, come previsto, sulle maglie della stagione successiva poté fregiarsi del tricolore sulle maglie.
Fu quella una stagione trionfale per gli aquilotti, una stagione del riscatto dopo l’ingiusta retrocessione di ufficio decretata dai vertici federali per una presunta e mai provata combine prima del play-out salvezza contro il Nardò vinto dalla squadra metelliana. Dopo un avvio balbettante e il cambio tecnico da Raffaele Di Fusco a Mario Somma, la squadra fece un campionato memorabile vincendo il girone I della serie D in scioltezza con 80 punti davanti alla Vigor Lamezia e poi la Poule Scudetto, dopo aver sconfitto Melfi, Ivrea e due volte l’Isernia, la seconda volta ai rigori nella finale di Civitavecchia il 21 giugno 2003.
Della stagione 2003-2004 ricordiamo anche un simpatico aneddoto: la Cavese, per l’ultima ed ininfluente gara interna contro i siciliani del Vittoria, tesserarono il noto cantautore Biagio Antonacci (in foto). L’artista lombardo è da sempre legato da solide amicizie alla città di Cava. Il nostro eroe entrò sbagliando anche un gol a porta vuota, per la gioia e disperazione di uno stadio completamente gremito.
Biagio Antonacci si prepara all’ingresso in campo nella sfida contro il Vittoria
Chi ha indossato la maglia
Sul retro, troviamo in una vernicetta termo-applicata, il numero 3, che reca in basso il marchio della Royal Trophy. Il difensore Emanuele Gabrieli indossò principalmente questo numero. È stato uno dei protagonisti della cavalcata della stagione precedente. Un altro che utilizzò questo numero è il centrale ascolano Antonio Aloisi, con varie presenze in serie A con Ascoli e Torino, che venne a giocare a Cava per fornire un po’ di esperienza.
La squadra
La rosa che vinse il campionato venne abbastanza rivoluzionata. Andarono via alcuni protagonisti della promozione come i centrocampisti Luigi D’Aniello e Benedetto Mangiapane e l’attaccante Oscar Di Matteo, poi divenuto famoso al Cervia di Ciccio Graziani. Rimasero Fabio DI Vito, forte esterno molisano, soprannominato “L’avvoltoio di Termoli”, oltre a Corradino, Sansò, Abate e Tony D’Amico, attuale direttore sportivo dell’Atalanta. A rimpinguare la rosa arrivarono, oltre ad Aloisi, il centrocampista offensivo brasiliano Renato Rafael Bondi (in foto con questo modello di maglia). L’attaccante siciliano Max Scichilone e l’esterno sinistro napoletano Antonio Schetter. Fu lui a realizzare il gol salvezza nell’ultima di campionato a Rutigliano. Saranno futuri protagonisti insieme a D’Amico con il triennio d’oro dell’era Campilongo nelle successive stagioni.
La stagione 2003-2004 della Cavese
La stagione 2003-04 fu molto al di sotto delle aspettative per gli aquilotti. La società scelse di affidare la squadra al milanese Massimo Silva che aveva già avuto esperienze con Ascoli e Benevento. Successivamente la squadra fu poi affidata ad Ezio Castellucci che riuscì faticosamente a portare la squadra ad una salvezza sofferta. Il club campano vinse l’ultima partita contro il già retrocesso Rutigliano, scontro a cui gli aquilotti arrivarono necessitando di almeno un punto. La Cavese alla fine chiuderà all’undicesimo posto con 40 punti finali con poche soddisfazioni, rappresentate dalle due vittorie nei derby contro la Nocerina.
Rafael Bondi con questo modello di maglia in campo
Classe 1981, sposato con Federica, svolge la sua attività professionale presso una società multinazionale nel settore “Legale”. Appassionato di calcio con un cuore diviso a metà: la Cavese e il Napoli.
Collezionista di maglie preparate/indossate da club italiani e nazionali maggiori negli anni ‘70 e ’80.
Per GliEroidelCalcio racconta la sua collezione ...