GLIEROIDELCALCIO.COM (Federico Baranello) – Nella pianura Padana, adiacente i rilievi collinari dell’Appennino tosco-emiliano si trova una delle città più belle e importanti del “Bel Paese”, Bologna, con le sue torri, i suoi lunghi portici che donano riparo in estate come d’inverno, e un centro storico tra i più estesi dell’italica penisola. Una città sempre viva culturalmente e, non a caso, sede della più antica università del mondo occidentale. Anche nello sport è sempre stata ai massimi livelli con la pallacanestro, la pallavolo e il calcio. La rappresentativa di calcio può fregiarsi di sette Scudetti, due Coppe Italia, tre Coppe dell’Europa Centrale (Mitropa). Può vantarsi di aver vinto anche una Coppa Alta Italia, una Coppa Intertoto, una Coppa di Lega Italo-Inglese e un Torneo Internazionale dell’Expo Universale di Parigi 1937. Per ben due volte ha anche vinto il campionato di B. Una squadra che alla fine degli anni ’30 e inizi anni ’40 è nota come «lo squadrone che tremare il mondo fa». Una storia come questa non può lasciare indifferenti, non può non far innamorare. Qualcuno infatti non ha resistito e ha deciso di dedicare tante energie a raccogliere le maglie di questa squadra leggendaria che ha scritto pagine importanti della storia del calcio e del nostro paese: Marco Bertuzzi.
Marco ha 45 anni e svolge la propria attività professionale presso un’azienda nel campo dell’industria farmaceutica.
“Ho iniziato a seguire il calcio relativamente tardi”, ci confida Marco da noi raggiunto per farci narrare la sua storia e la sua collezione, “quando in prima media, grazie ad alcuni compagni di classe, ho cominciato ad appassionarmi alla raccolta delle figurine. Sono sincero, negli ultimi anni mi sono progressivamente allontanato dal mondo del calcio, non mi sento molto in sintonia con un ambiente dove ci sono tantissimi, troppi, interessi economici, che condizionano in maniera più o meno occulta, acquisti, vendite, diritti televisivi, risultati sportivi, decisioni arbitrali e spesso e volentieri anche il destino stesso di molte squadre. Per non parlare dei calciatori, pagati miliardi per fare qualcosa che chiunque di noi farebbe volentierissimo gratis, e si permettono anche di fare i “capricci”. I tifosi, poi, non sono mai contenti: una proprietà è sempre criticata qualsiasi cosa fa. Qualche club ha vinto tanto per molti anni poi un anno arriva quarto e scendono in piazza a manifestare… questo mondo decisamente non mi appartiene più. Ormai mi limito a seguire in maniera molto moderata la squadra per cui tifo, che è quella della mia città (del resto non capisco come si possa tifare una squadra che non sia espressione del contesto in cui si vive), guardo le sintesi delle partite in TV, o su internet, cosa che ultimamente avviene sempre più spesso, dato che le trasmissioni sportive hanno orari assurdi e che le giornate calcistiche vengono spezzettate in vari orari e giornate. Naturalmente porto avanti la mia collezione di maglie, che è la mia vera passione”.
“Sono sempre stato un collezionista”, continua Marco, “… da bambino raccoglievo i bollini della frutta. Ho ancora una buona collezione di fumetti, in particolare Alan Ford e Topolino, ma solo fino ad una certa annata, perché dopo sono inesorabilmente decaduti entrambi, colleziono CD e soprattutto vinili. Mi piace tutta la musica, eccetto quell’orribile, per me, miscuglio di pop, dance e musica latinoamericana che va di moda in questi anni. Sono appassionato in particolar modo di musica anni ‘70 e con la mia passione sono riuscito anche a conoscere molti dei miei idoli ed in alcuni casi ad avere una piccola collaborazione con alcuni di loro: la soddisfazione di vedere il mio nome nei ringraziamenti di alcuni dischi è impagabile! Sono anche molto appassionato di cinema anni ’70 e primi anni ’80. Possiedo molta memorabilia cinematografica del mio film preferito, “Il fantasma del palcoscenico” di Brain de Palma, ed infine colleziono zucche di Halloween di porcellana o terracotta, una passione che ho da sempre, con cui ho praticamente arredato tutta casa… oltre ovviamente le maglie da calcio indossate o comunque da spogliatoio, che è l’hobby che ho seguito di più negli ultimi anni.”
Beh che dire, Marco dimostra davvero tanta passione, ma entriamo nel dettaglio della collezione di maglie del Bologna: quali saranno i “pezzi” considerati migliori, i più pregiati… “Teoricamente gli esemplari più vecchi sono i più ambiti ed i più rari”, prosegue il nostro amico collezionista, “ma non è sempre così… ad esempio le maglie dei primi anni ‘80, dove per la prima volta fanno la loro comparsa gli sponsor, sono tra le mie preferite, sono molto ricercate e difficili da trovare. C’è però anche materiale abbastanza recente e allo stesso tempo rarissimo, che può essere più difficile da reperire di una maglia anni ‘60 o ‘70, perché magari è stata utilizzata una sola volta per un evento o ricorrenza particolare. Comunque, se devo citare le mie maglie migliori, direi le due ‘63-’64, anno della conquista dell’ultimo scudetto, quelle con la coccarda di Coppa Italia, in particolare la rossa. Faccio presente che da quando è stata pubblicata nel libro, prima non esistevano immagini a colori, è stata falsificata e riprodotta più volte. Anche la maglia bianca con lo scudetto allievi 1981-82, e la corrispondente verde da portiere, oltre alla maglia verde del primo anno di B, quella con lo scudetto dei giovanissimi 1988-89 ritengo siano davvero notevoli dal punto di vista collezionistico. Arrivando invece alle più recenti direi sicuramente le due maglie della partita del centenario, la rossoblu e la nera da portiere. Certo poi pensandoci mi viene in mente anche la Segafredo Ennerre di serie B, ecco… probabilmente la ‘70-‘71 di Cresci è una delle mie preferite in assoluto”.
Pensiamo al costo di queste fantastiche maglie, ma non facciamo in tempo a chiederlo che Marco ci anticipa …” Ovviamente non esistono valutazioni ufficiali… ho maglie rarissime che mi sono state regalate o quasi, altre molto meno rare ma che ho pagato parecchio pur di poterle avere in collezione. Per fare un esempio, c’è una maglia dei primi anni 70 che è quella per cui ho speso più soldi, poi negli anni successivi ne ho trovate altre due, e le ho pagate un decimo, perché chi le possedeva si è semplicemente accontentato di quella cifra”.
“Un aneddoto…?”, risponde il nostro amico collezionista a domanda precisa, “Vi racconto della Bertagni verde 82-83. Riesco a contattare Giorgio Roselli, attuale allenatore del Monopoli, mentre ero alle prese con il libro che abbiamo pubblicato sulle maglie del Bologna, e gli chiedo se è ancora in possesso di qualche maglia del Bologna; lui mi manda le foto ma mi dice anche che ha tenuto una maglia per ogni stagione che ha giocato, che quella è l’unico ricordo che ha del Bologna, e non è intenzionato a venderla. Lo ringrazio dicendogli che se per caso cambiasse idea, sarei disposto a fare un sacrificio e di conseguenza una grossa offerta per quella maglia. A questo punto mi scrive un messaggio dove mi dice testualmente: mandami il tuo indirizzo e lascia stare i soldi, queste cose si regalano a chi ci tiene così. Anche io ci tengo, ma qualcosa dovrò pur ridare al calcio che per il 43° anno consecutivo mi fa fare il professionista! Di maglie me ne hanno regalate decisamente poche, e questo bel gesto vale davvero la pena ricordarlo. Vorrei anche ricordare un episodio con un altro calciatore, di cui non faccio il nome perché ancora in attività, che per due anni consecutivi non solo mi ha procurato la maglia promessa, ma l’ha addirittura portata sotto casa mia. Non so quanti giocatori professionisti, oltre a mantenere le promesse fatte, siano capaci di gesti del genere…”.
Ci sarà qualcosa che Marco ancora sta cercando… “tra i miei desideri c’è ovviamente la maglia scudettata del 1964-65… molto difficile da trovare, e bisogna fare anche molta attenzione perché ce ne sono molte false, alcune purtroppo realizzate molto bene. Poi la maglia bianca con la coccarda (70-71 e/o 74-75) e la home con lo scudetto allievi 81-82, che andrebbe ad aggiungersi alla bianca e alla verde da portiere che già possiedo”.
Già finiti i desideri? Ovviamente no… “Un altro mio pallino è la Segafredo verde 88-89, che non è esageratamente rara e nemmeno ricercatissima, poiché usata solo nelle amichevoli. Negli ultimi anni è un po’ sparita dalla circolazione, come pure l’Admiral casalinga 78-79”.
Ma gli amici e conoscenti, come valutano questa passione? “I miei amici “profani” fanno fatica a comprendere fino in fondo una passione come questa, “sono solo magliette” mi dicono, “se le compri in negozio costano molto meno di quello che le paghi tu, e poi non te le metti neanche…”.
“Io sono appagato dall’essere riuscito a realizzare ciò che volevo”, continua Marco, “e quello che faccio mi dona soddisfazione anche perché non è così semplice, altrimenti ci riuscirebbero tutti… Collezionare mi trasmette delle forti emozioni. Il lato bello del collezionismo non è comprare tutto quello che si trova sui siti di aste specializzati o su quelli di beneficenza, ma indagare, fare ricerche, scoprire dettagli e caratteristiche che gli altri ignorano. Come? Analizzando vecchie foto, filmati o spremendosi le meningi per capire a chi si può andare a chiedere se per caso ha ancora qualche maglia in solaio, e non parlo necessariamente di ex calciatori. Questo è quello che fanno i veri appassionati, gli altri sono solo degli acquirenti compulsivi e seriali. Cito un collega che stimo molto e che la pensa come me: “La soddisfazione della ricerca dei dettagli e delle prove è un piacere che, per chi acquista senza criterio, non potrà mai arrivare a provare. Saremo matti forse…”.
Si parlava poc’anzi di un libro pubblicato nel 2017, “La maglia del Bologna – Storia delle divise rossoblù” … “Il libro è stata un’idea di Federico Monti, l’altro co-autore. Anche altri avevano pensato ad un libro del genere, ma lui ha avuto il merito di voler concretizzare realmente la cosa, oltre che di riuscire a convincermi. In effetti inizialmente ero un po’ titubante, perché il collezionista è sì un po’ esibizionista, ma è anche terribilmente geloso delle sue cose. Poi sapevo che non sarebbe stato un lavoro facile, soprattutto per due neofiti come eravamo noi. Infatti ci abbiamo impiegato tre anni per completarlo. L’idea era di farlo e auto-produrlo, abbiamo invece poi trovato l’editore, Minerva Edizioni, e il Bologna ha apposto il marchio facendolo diventare “prodotto ufficiale”. Un grande successo! Con il pretesto del libro ho avuto anche la possibilità di contattare molti ex calciatori, e quasi tutti si sono rivelati delle persone molto gentili e disponibili. Mi hanno fatto particolarmente piacere i commenti di due particolari categorie: i “giovani” dell’epoca, che hanno giocato solo poche gare con la prima squadra e poi non hanno fatto la carriera sperata, e alcune seconde linee che hanno fatto le riserve quando la squadra aveva dei titolari di gran qualità: entrambi mi hanno ringraziato e sono stati molto felici che qualcuno si ricordasse ancora di loro!”
Chiediamo a Marco se ha un consiglio da dare a chi voglia intraprendere oggi una collezione come la sua…: “Direi di andare per gradi e di partire facendo la gavetta, come ho fatto io. Inizialmente compravo solo qualche maglia da bancarella, perché mi piacevano e costavano pochissimo. Poi quando andavo nei negozi sportivi, vedevo quelle originali marchiate Nike, Adidas ecc., che erano decisamente più belle, me ne concedevo qualcuna ogni tanto. Naturalmente sapevo che c’era un mercato parallelo di maglie indossate, o comunque da spogliatoio, collezionate da appassionati più o meno esperti, ma non ero ancora pronto per il grande salto, perché per me non valeva la pena spendere di più e fare faticose ricerche per procurarmele. Il collezionista che era in me ha dovuto attendere il momento giusto: un ragazzo di Parma, collezionista e collaboratore della società, mi descriveva le differenze tra la sua maglia indossata che mi piaceva così tanto e quelle in vendita negli store: lì è scoccata la scintilla ed ho capito che “quello” era ciò che desideravo. E’ fondamentale all’inizio, ma anche dopo, consultare siti o pagine Facebook dei collezionisti più noti, studiare i dettagli e cercare di confrontarli per capire le differenze. Internet se utilizzato in maniera intelligente può aiutare. Così come sono importanti anche le riviste cartacee ed i vecchi articoli di giornale. All’inizio è inevitabile prendere qualche “fregatura”, l’importante è che siano utili per crescere ed imparare. Inoltre chiedere consiglio a qualche collezionista esperto è senz’altro utile, ma è importante imparare a indagare da soli, sia perché molti raccontano malvolentieri i segreti e le caratteristiche che devono avere le maglie buone, sia perché spesso i cosiddetti esperti o storici lo sono molto meno di quanto si creda. Ovviamente bisogna essere portati per questo genere di cose, un po’ come per fare gli investigatori: non è una cosa che viene naturale a tutti. Quindi la parola d’ordine è studiare, studiare e studiare!”
Grazie Marco e complimenti per la tua splendida collezione.