[…] Nato a Brühl nel 1966, da genitori italiani emigrati da Napoli, esteticamente non c’era nulla di germanico in lui. Dal modo in cui si poneva, al modo in cui giocava, al modo in cui ha abbracciato la vita. […] Dopo le giovanili nel Rheinau finì al Waldhof Mannheim, un club che inaspettatamente vinse la Bundesliga nel 1983: il percorso verso la grandezza di Gaudino sembrava quasi preordinato. Il debutto nel settembre 1984 contro l’Eintracht Braunschweig è stato macchiato da un cartellino rosso dopo soli trenta minuti.
[…] Gaudino, tuttavia, insieme ad un altro talento precoce di nome Jürgen Kohler, divenne presto indispensabile nei piani di Klaus Schlappner, l’eccentrico allenatore. […] Quando Gaudino e Kohler furono venduti nell’estate del 1987, insieme al prolifico attaccante Fritz Walter, Schlappner stesso lasciò Mannheim. Mentre Kohler si dirigeva a Colonia, Gaudino e Walter furono entrambi prelevati dallo Stoccarda. In sei stagioni fruttuose, Gaudino fu parte integrante di due ben definite squadre, prima sotto il leggendario Arie Haan, e successivamente sotto la guida controversa di Christoph Daum.
[…] L’ultima stagione con Stoccarda fu quella 1992-‘93 e, nonostante la sua forma individuale, collettivamente ci fu solo delusione. Il titolo andò al Werder Brema. L’estate del 1993 rappresentò una nuova sfida per Gaudino, Francoforte. Sotto Klaus Toppmöller, e collaborando con lo spirito libero Jay-Jay Okocha e Tony Yeboah, Gaudino ha contribuito a far sì che l’Eintracht lottasse seriamente per il titolo.