La Penna degli Altri

Esposito ed il gol salvezza dell’ 1 Maggio 1994

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(ILFATTOQUOTIDIANO.IT di Cristiano Vella)

Su Il Fatto Quotidiano si racconta la storia di Max Esposito e di un goal storico per la Reggiana, quello siglato dallo stesso l’1 Maggio del 1994 a San Siro. Vi proponiamo un estratto dell’articolo.

IL GOL SALVEZZA

[…] Il pallone che arriva rasoterra dalla sinistra ai 20 metri, quasi sul vertice d’area, di crossare uno che ha imparato a giocare a pallone tra i vicoli non ci pensa neppure, un tiro normale finirebbe in bocca al portiere e allora via, le tre dita esterne del destro a colpire il pallone più forte che si può. […] Il tiro è perfetto, coglie l’interno del palo e finisce dentro battendo Ielpo: roba da far venir giù San Siro, che però ammutolisce, perché il gol non arriva da uno dei tanti campioni rossoneri, ma da un tipetto in maglia granata coi capelli alla Maradona, Max Esposito da Materdei, cuore popolare di Napoli.

[…] San Siro ammutolisce, Massimiliano esulta: quel gol, del Primo Maggio 1994, 26 anni fa, non sarà nella grande storia del calcio ma nella piccola storia della Reggiana sì. Sì, perché quel gol salva i granata, a San Siro contro il Milan già abbondantemente campione d’Italia.

[…] “Noi eravamo andati a San Siro sperando in un pareggio, dico la verità, che ci avrebbe permesso di andarci a giocare lo spareggio col Piacenza e invece grazie a quel gol ci salvammo direttamente”. […] “Ero uno che puntava sempre l’uomo e 9 volte su 10 lo saltavo, però difendevo poco e quindi nella maggior parte dei casi gli allenatori preferivano tenermi come arma da schierare a partita in corso, preferendo colleghi più inclini alla fase difensiva, alla corsa, nella fase iniziale”.

ESPOSITO ED I CAMPIONI CON I QUALI HA GIOCATO

Baggio

[…] “Un mito assoluto, campione di una calma e di una serenità d’animo assoluta: ci sentiamo ancora con Roby”.

Guardiola

[…] “Altro campione nell’animo. Racconto un aneddoto: dopo Brescia non l’ho più sentito tanto, finché nel 2017 il suo City è venuto a Napoli. Dopo la partita volevo salutarlo e sono andato in albergo, non avevo il suo numero e la sicurezza naturalmente non mi faceva salire. Lì sono passati due magazzinieri del City che sento parlare in romanesco, uno di loro mi riconosce ‘Aò ma te sei Esposito, quello d’a Lazio’ gli spiego che avrei voluto salutare Pep, loro lo avvertono e Guardiola nonostante stesse cenando si è precipitato, mi ha abbracciato davanti a tutta la squadra ed è stato un bel po’ a chiacchierare con me. In pratica tra gente come De Bruyne, Sané, Agueroero diventato io l’ospite d’onore. Alla fine visto che aveva interrotto la cena per stare con me sono stato io che l’ho salutato: ecco, questo è Guardiola”.

Futre

[…] Paulo Futre, un calciatore di una forza d’animo e di una classe incredibile, ma alla prima gara con noi segnò e si infortunò gravemente. Andai a trovarlo in ospedale: era lui che incoraggiava me, un campione vero. Ma come calciatore il vero Futre è stato quello dell’Atletico Madrid”.

 

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