GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia)
Tradizione o innovazione, tangibile oppure immateriale, calcio romantico o moderno?
Sono domande che, soprattutto noi che ci occupiamo di un pallone piuttosto datato ma sempre vivo, ci poniamo ogni giorno. Come coniugare il vecchio con il nuovo, due mondi diametralmente opposti e all’apparenza distaccati da un sottile confine segnato dal cambio di millennio?
Fino agli anni ’90, nonostante le pazzie di mercato di quell’ultimo decennio del vecchio secolo, il pallone e la tradizione sembravano muoversi a braccetto, con la passione scandita dalla musica e dai commenti di trasmissioni come Tutto il Calcio Minuto per Minuto. Per chi come me è cresciuto negli anni ’80, il semplice scambio di figurine diventava un gesto naturale, quasi quanto giocare a biglie. C’era soddisfazione, sorpresa, stupore, ricerca. Un semplice foglietto di carta adesiva che aveva accompagnato generazioni intere di italiani, per più di mezzo secolo. L’album era soprattutto un motivo di comunione, di aggregazione, anche di screzio. Il ce l’ho, mi manca risuonava nelle orecchie di tanti bambini, intenti a raccogliere le facce dei giocatori con una costanza d’altri tempi.
Ancora oggi il collezionismo calcistico, quello dedicato agli album di figurine, rappresenta un settore ed un mercato di primissimo piano. Io stesso colleziono e io stesso mi ritrovo spesso a venerare quelle immagini, come qualche anno fa.
Con l’avanzata del progresso, però, tutto appare cambiato e modificabile, anche il tangibile. Succede così che il tangibile si trasformi in non fungibile e che il valore delle immagini vere diventi immateriale. Le figurine in NFT, di conseguenza, finiscono per diventare il punto di svolta per appassionarsi e, forse, per arricchirsi.
Ormai esistono applicazioni che si dedicano alla produzione e alla vendita di figurine che sono, in realtà, dei file digitali il cui prezzo diventa ogni giorno più importante. Come riportato in un nostro articolo , una figurina vera di Cristiano Ronaldo ha finito per raggiungere l’astronomica cifra di 70.000 Euro. Quelle digitali, poi, toccano cifre ancora più alte, destinate a salire.
Se compro una immagine di calciatore in NFT mi assicuro un codice, pago un prezzo e posso poi aumentare il guadagno rivendendola. Se compravo una immagine Panini, invece, speravo di trovare quella giusta, iniziavo una contrattazione per lo scambio, rimanevo deluso o contento, spendevo qualche Lira e tornavo a casa soddisfatto per l’emozione.
Ora, alla luce di questa analisi, pensate sia meglio il tangibile o l’immateriale? Forse entrambi o forse no.
Basterebbe cercare di adattarsi ad un mondo sempre più fugace, veloce, senza limiti, piuttosto che rimanere ancorati ad un passato rimasto alla carta.
O forse no?!