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Libri: “Milan 1979, l’anno della stella”. Il vecchiaccio ha fatto una cosa eccezionale!

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GLIEROIDELCALCIO.COM – Pubblichiamo, come preannunciato (vedi intervista con l’autore qui), il secondo estratto dal libro “Milan 1979, l’anno della stella”, di Sergio Taccone, edito da “Urbone”. In questa occasione, di concerto con l’autore, abbiamo scelto per voi un estratto dal capitolo XI del libro dal titolo “Il vecchiaccio ha fatto una cosa eccezionale!”, una esclusiva per i lettori de Gli Eroi del Calcio.

Ringraziamo ancora l’autore e la casa editrice per averci dato questa possibilità.

Buona lettura.

Il Team de Gli Eroi del Calcio.com

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“Il vecchiaccio ha fatto una cosa eccezionale!”

Enrico Ameri, prima voce radiofonica di Tutto il Calcio minuto per minuto, sintetizzò con la solita efficacia la prodezza di Ricky Albertosi. Il portiere aveva appena neutralizzato un rigore calciato da Altobelli nel derby del 18 marzo ’79. Quella stracittadina fu lo snodo decisivo della stagione. La ripresa era cominciata da pochi minuti. Franco Baresi entrò in scivolata su Altobelli: l’arbitro Agnolin, ottimo fischietto di Bassano del Grappa,  decretò la massima punizione a favore dell’Inter. Dagli undici metri si presentò Altobelli, uno degli specialisti  nerazzurri dal dischetto. Conciliabolo consueto attorno al direttore di gara. Spillo osservava il pallone mentre Albertosi si muoveva lungo la linea di porta: il giovane attaccante, che fu vicino, alcuni anni prima, ad indossare la maglia rossonera, contro l’esperto portiere, ormai prossimo alle quaranta primavere.

Un duello calcistico basato su sguardi, movimenti piccoli e impercettibili, scaramanzie e scelte immediate. Poi, tutti al loro posto, con l’attaccante ad avere tutto da perdere, come avviene in ogni rigore: la parata diventa una prodezza, il gol solo un atto dovuto. Nugolo di giocatori alle spalle del rigorista. Novellino cercò di captare ogni mossa del suo portiere, l’interista Marini sembrò pronto a scattare per raccogliere l’eventuale ribattuta. Segno della croce, rincorsa breve. Altobelli scelse l’angolo a mezza altezza, alla sinistra del portiere rossonero: proprio la direzione scelta dall’estremo difensore milanista che respinse con la mano destra, quella di richiamo. Deviazione laterale che rese impossibile ogni tentativo di ribattuta in rete. Un capolavoro e proprio nella partita più sentita. Una parata diventata, nel tempo, tra le icone preferite dai milanisti ricordando i derby del passato. Quel Milan del marzo ’79, incerottato e fisicamente non al meglio, trovò nel suo portiere un baluardo insuperabile, capace di tenere in partita i rossoneri con le sue parate, in una stracittadina che l’Inter dominò per larghi tratti.

Pochi istanti dopo il rigore, i nerazzurri passarono con Oriali, pronto a deviare un pallone vagante in area. Il Milan provò a reagire ma fu l’Inter a raddoppiare, ancora con Spillo, servito da Giancarlo Pasinato, autore di una irresistibile progressione in cui ebbe la meglio anche sul Baresi rossonero. La partita sembrò chiusa. Due minuti dopo, tuttavia, ci pensò Walter De Vecchi, studente di giurisprudenza, a riaprirla con una punizione al curaro che superò Bordon, infilandosi nell’angolino alla sua destra. L’Inter sprecò il 3-1 e venne punita all’ultimo istante di gara. Boldini scodellò un cross al limite dell’area, Capello lasciò il pallone della disperazione a De Vecchi che sganciò un rasoterra di prima intenzione nello stesso angolo: pareggio!

Come disse Beppe Viola, “De Vecchi, l’avvocato del diavolo, fece meglio di Perry Mason, vincendo una causa persa”. Negli spogliatoi arrivò la chiosa strepitosa di Liedholm. “Peccato, se avessimo avuto altri cinque minuti facevamo terzo gol”. Unico e inimitabile il barone svedese.

(“Il derby di Ricky e dell’avvocato”, capitolo XI del libro “Milan 1979, l’anno della stella”, di Sergio Taccone. Proprietà letteraria riservata © 2019 – Gianluca Iuorio Urbone Publishing)

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