(MEDIAPOLITIKA.COM di Marco Milan)
Il sito Mediapolitika.com racconta la sfortunata serata di Coppa deI Campioni del 1991, quando il Milan di Sacchi mise fine alla sua epopea abbandonando lo stadio dell’Olimpique Marsiglia. Vi proponiamo un estratto dallo stesso.
[…] Il Milan della stagione 1990-91 è senza ombra di dubbio la formazione migliore d’Europa, viene da due vittorie di fila in Coppa dei Campioni, ha una presidenza all’avanguardia, un organico sontuoso ed un allenatore che ha stravolto il modo di concepire il calcio in Italia. […] Il Milan punta al tris, avendone peraltro tutte le carte in regola, giocando ormai a memoria ed avendo acquisito una mentalità (soprattutto in campo europeo) che potrebbe permettergli di avere ancora la meglio delle rivali continentali.
[…] Il Milan, in qualità di detentore del trofeo, esordisce agli ottavi di finale contro i belgi del Bruges. […] A San Siro termina 0-0, in Belgio il Milan vince grazie ad una zampata di un gregario, Angelo Carbone.
[…] Dall’urna esce il nome dell’Olympique Marsiglia, forse l’unica squadra in grado di mettere in difficoltà lo squadrone milanese. […] L’Olympique Marsiglia è la squadra migliore di Francia, […] guidato in panchina da Franz Beckenbauer e formato da calciatori di livello in cui spiccano il centravanti Jean-Pierre Papin, il fantasista ghanese Abedì Pelé ed il difensore brasiliano Moser.
[…] Mercoledì 6 marzo 1991 San Siro si veste a festa per l’andata dei quarti di finale fra Milan e Marsiglia. E’ una partita spigolosa, al Milan manca Van Basten e si sente, anche se dopo appena 14 minuti un pasticcio della difesa transalpina permette ad un altro olandese, Ruud Gullit, di battere il portiere in uscita e portare in vantaggio i rossoneri. […] Il Marsiglia pareggia meno di un quarto d’ora dopo con Papin.
[…] Marsiglia-Milan del 20 marzo 1991 è in pratica un romanzo più che una partita di calcio, una storia che si tinge di giallo […] Paolo Taveggia, riceve qualche soffiata particolare che indica come il Marsiglia potrebbe provare a battere il Milan in ogni modo, non soltanto sul campo: “Ebbi strane informazioni – ha ricordato lo stesso Taveggia recentemente – e mi consigliarono di fare attenzione, ad esempio, al cibo che i nostri calciatori avrebbero mangiato in albergo”.
[…] Al 75′, poi, tutto sembra decidersi quando l’inglese Chris Waddle azzecca il tiro della domenica, anzi del mercoledì, trafiggendo Sebastiano Rossi e quasi tutte le velleità di un Milan con ormai un piede e mezzo fuori da quella Coppa dei Campioni. […] A 3 minuti dalla fine accade l’imponderabile: l’arbitro svedese Karlsson sembra fischiare la fine della partita, i giocatori e i tifosi di casa alzano le braccia al cielo, mentre i milanisti si inginocchiano sconfortati, anche se dalla panchina Sacchi e Ramaccioni urlano di tutto all’arbitro ed informano capitan Baresi che il cronometro è fermo al minuto 87. A quel punto un riflettore dello stadio si spegne, lasciando mezzo impianto al buio. E’ il putiferio: il Milan inizia ad urlare che tutto ciò è irregolare, il Marsiglia teme qualche beffa regolamentare che mini la sua vittoria ormai certa, dagli spalti incominciano a piovere monetine e bottigliette d’acqua, oltre a fischi assordanti che rendono ancor più tesa l’atmosfera. Gullit e Baresi fanno a segno all’arbitro che senza luce non si può giocare, chiedono la sospensione della partita, magari la vittoria a tavolino per responsabilità oggettiva del Marsiglia.
[…] Tutto lascia presupporre che entro pochi minuti Marsiglia-Milan possa finalmente concludersi, quando ecco il colpo di scena: Galliani richiama Gullit, poi parlotta con Baresi, l’olandese indica ripetutamente il riflettore, il capitano sembra voler dire “proviamo a giocare”.
[…] Il Milan se ne va, i giocatori del Marsiglia sono regolarmente schierati nella propria metà campo per riprendere una partita che l’arbitro è invece costretto ad interrompere, con conseguenze che sul Milan peseranno anche oltre le punizioni sportive.
[…] Il verdetto per i rossoneri è tremendo ed oltre alla sconfitta a tavolino per 3-0, ecco la squalifica per un anno dalle coppe europee, un conto salatissimo che il club accetta a malincuore, rendendosi conto giorno dopo giorno di aver commesso un atto sconsiderato, perché tutto si può fare nello sport tranne che abbandonare il campo.
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