GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia) – Sono le 19.34 di Domenica 23 Novembre 1980. L’Irpinia tutta ha appena visto vincere l’Avellino, la squadra simbolo di un intero territorio troppo spesso rimasto lontano dai riflettori nazionali. I ragazzi di Luis Vinicio sono riusciti nell’impresa di abbandonare l’ultimo posto in classifica, spinti da un pubblico mai domo e da un Ugolotti in stato di grazia. Quattro gol rifilati all’ottimo Ascoli ed il fantasma del meno cinque in classifica cancellato dalla memoria.
Antonio Ravel, inviato di 90° Minuto, ha raccontato le gesta dei verdi con la consueta eleganza giornalistica, anticipando quella Domenica Sprint che avrebbe inorgoglito ancor di più i cuori di tutti i tifosi avellinesi.
Nessuno sa, nessuno immagina. Tutti festeggiano nel tepore delle proprie case, con l’inconsapevole ingenuità di chi non si aspetta l’arrivo della tragedia. Alle 19.34 sarà un terremoto di potenza inaudita, uno dei più forti nella travagliata storia italiana, a condannare un intero popolo al terrore.
Il calcio si muoverà subito, con lo Stadio San Paolo adibito a luogo di rifugio per migliaia di famiglie, costrette ad utilizzare un campo da calcio come posto sicuro.
La Gazzetta dello Sport del 25 Novembre 1980
Quell’anno sarà compito dell’Avellino risollevare l’umore di un popolo ferito. I ragazzi diO Lione di Belo Horizonte perderanno le successive due partite (contro Pistoiese e Udinese) di una Serie A che decise di non fermarsi. Una retrocessione che sembrava annunciata e naturale conseguenza della tragedia. Finché arrivò il 28 Dicembre, finché arrivò la Juventus di Giovanni Trapattoni destinata a conquistare quello Scudetto. Mario Piga firmerà un pareggio voluto e cercato, nel San Paolo quel giorno testimone di tutto il calore del popolo irpino.
Sarà un 1981 di rinascita sportiva, concluso con l’apoteosi del 24 Maggio. Il Partenio ospiterà una Roma forte, ancora ferita dal gol ingiustamente annullato a Turone in quel di Torino. Falcao, l’uomo che condurrà Liedholm nel mito, porterà in vantaggio i giallorossi, gettando nello sconforto un intero popolo. Proprio quando tutto sembrava perduto, in quell’anno dannatamente difficile, arriverà il bolide di Venturini su calcio di punizione. Un tiro fortissimo che squarcerà la difesa romanista e spalancherà le porte di una salvezza rimasta nella storia di tutta l’Irpinia.
Un miracolo sportivo dopo la tragedia del terremoto.
Classe '83, viaggiatore instancabile ed amante del calcio e dello sport tutto.
Una Laurea in Comunicazione, una tesi sul linguaggio giornalistico sportivo degli anni '80 ed una passione per il collezionismo, soprattutto quello inerente la nazionale italiana.
Alla sua attività turistica, associa collaborazioni con giornali del mondo travel.
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