GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia)
“Mai, l’essere umano, deve darsi per vinto”
Un bigote, una naso rotto, un gomito lussato, la perdita più dura da digerire. E poi la gloria.
Le parole che raccontano un grande giocatore sono la sintesi di un anno fantastico, di un Mondiale fantastico, che sembrò condurre gli argentini verso l’effimera e deliziosa gioia di una vittoria macchiata da un sistema.
Dopo Diego, se ne va un altro gigante del calcio albiceleste. Ci lascia Lepoldo Jacinto Luque, El Pulpo, uno dei protagonisti assoluti dell’Argentina di Menotti.
Il calcio lo aveva imparato ad amare per caso, dopo una gioventù passata tra ciclismo e atletica. Da quel giorno la sua passione si era fatta talmente tanto intensa da portarlo fino al mitico River Plate, squadra con la quale giocherà per 5 intensi anni sotto la guida di Angel Labruna.
In quell’estate del 1978 segnerà 4 gol, uno decisivo contro la Francia. Giocherà la finale con il cuore spezzato dal dolore per la perdita del sua amato fratello. Una perdita che supererà grazie alla famiglia e all’amore di una nazione intera.