UNIONE SARDA (Giorgia Daga) – Nelle vetrine del Museo rossoblù, inaugurato due mesi fa in via Diaz, si respira aria di storia. Ben 250 maglie, più di settecento fotografie e centinaia di cimeli vari raccontano l’avventura del Cagliari Calcio dal 1940 ad oggi. Un tuffo nei ricordi davanti a cui è impossibile non restare meravigliati.
L’idea
A mettere su, quasi in sordina, questo piccolo gioiello nel cuore della città, è Samuele Gallus, 50 anni e una passione sconfinata per il calcio “anche se non sono un assiduo frequentatore degli stadi, per intenderci non sono un ultrà. Ma mi piace recuperare pezzi di storia”. L’idea di allestire questo singolare museo “una delle più ricche e importanti collezioni al mondo sul Cagliari calcio”, è nata da un regalo, “mi avevano donato una maglia del Cagliari per il mio compleanno e da lì ho deciso di cominciare questa avventura”.
I regali
Da lì a poco la collezione privata si è arricchita a vista d’occhio grazie a regali di maglie originali o acquistate da altri collezionisti. “Adesso ne ho 250 e ognuna è un pezzo del mio cuore. C’è quella di Francescoli, realizzata qui a Quartu da un maglificio di via Polonia e poi ancora quella di Uribe del 1983 e i pantaloncini di Virdis. La cosa curiosa è che negli anni ottanta i giocatori avevano le maglie una diversa dall’altra perché erano tutte artigianali”.
Il materiale
La raccolta comprende anche una cospicua collezione di biglietti della curva nord degli anni settanta ei documenti originali delle convocazioni delle assemblee. “Il sogno di tutti i collezionisti è dare una casa alla propria collezione. Io possedevo già questo locale in via Diaz e così ho deciso di trasformarlo in un museo e di aprirlo al pubblico nei fine settimana: il sabato e la domenica dalle 17.30 alle 20 chiunque può venire a trovarci”. Ti aspetti che i visitatori più entusiasti siano i bambini e invece “lo sono soprattutto gli anziani, quelli che hanno vissuto il Cagliari dello scudetto e vengono qui a rivivere ancora quei momenti”. E a vedere questo pezzo di storia arrivano da tutte le parti dell’isola “il tifoso non ha una colloca- zione geografica. Arrivano con i pullman appositamente. Sono contento di avere aperto qui a Quartu, una città che offre davvero poco”.
I palloni
Ma Simone non si è fermato al Cagliari. “Dai negozi specializzati di sport inglese sono riuscito ad acquistare i palloni del 1880 che venivano realizzati con otto spicchi, all’interno dei quali si inseriva una vescica di maiale e poi si soffiava dentro. Poi questo era stato sostituito dalla camera d’aria. Negli anni cinquanta nasce la prima valvola”. E poi ci sono le scarpette. “Anche queste dello sport inglese dal 1925 con i tacchetti intercambiabili che sono veramente bellissime”.
II sogno
Consulente finanziario con la passione per lo sport Gallus non ha nessun dubbio “di essere riuscito a realizzare il mio sogno”. Lo dice orgoglioso mentre mostra la vetrina dove un manichino simula la rovesciata di Gigi Riva a Vicenza “con il pallone originale” e quella con la valigia per la trasferta di Giancarlo Mezzalira, attaccante degli anni Cinquanta “abbiamo voluto ricreare fedelmente una scena della sua vita”. Quasi si commuove davanti alle centinaia di scatti del Cagliari degli anni sessanta e persino degli anni quaranta: foto in bianco e nero che immortalano vittorie e momenti di gioia “che sono ancora nel cuore di tutti quelli che le hanno potute vivere”.
Articolo pubblicato su UNIONE SARDA del 7 febbraio 2019