LA REPUBBLICA (Enrico Sisti) – Trieste deve scegliere tra una ristrutturazione e Nereo Rocco. O meglio tra il futuro urbanistico e l’insegna di un’antica macelleria che ancora oggi, con quel suo look anticato per forza di cose, racconta molto più della vitella che un giorno, sopra due banchi di marmo, si tagliava per i clienti di via Tarabocchia o di via Slataper. Era della famiglia del “paròn”, quella macelleria, quindi del calcio italiano […] Nell’autunno del ’47, la Triestina “ripescata” di Rocco costrinse la serie A a trasformarsi in un girone a 21 squadre (una riposava). Intanto la macelleria andava, bistecche, stinchi, polpette. Nel giugno del ’48 la Triestina del miracolo “rossoalabardato” giunse 2° dietro il Torino, a pari merito con Milan e Juve. Quella scritta, una santabarbara di emozioni, va salvata. […] Non amava essere personaggio e per questo lo diventava. Le formazioni le decideva ” el mercòldi”. Fu il primo allenatore italiano a vincere la Coppa dei Campioni, col Milan nel ’63 a Wembley. La sua voce fatta di veneto stiracchiato […] Togliere quell’insegna è come zittire questa voce.
Articolo pubblicato su La Repubblica del 29 agosto 2019