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Nevio Scala: “I sette anni a Parma sono stati indimenticabili. Buffon? Un fenomeno.”

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conLe parole di Nevio Scala

Nevio Scala ha giocato in diversi club ma si è fatto conoscere più da allenatore soprattutto sulla panchina del Parma dove ha portato i ducali dalla B a vincere due trofei continentali. L’ex tecnico è stato intervistato dal sito Oggi Sport Notizie. Ecco alcuni estratti delle sue parole.

Su Buffon: “Quando si è infortunato il nostro primo portiere Luca Bucci, noi avevamo chiamato Buffon per metterlo in panchina, con la normalità delle cose avrebbe dovuto giocare Alessandro Nisti. Durante la settimana l’abbiamo allenato caricato di lavoro con tiri in porta ed abbiamo visto che era forte. Quando mi sono confrontato con il preparatore dei portieri gli ho chiesto Enzo tu vedi quello che vedo io? Lui mi rispose mister questo è un fenomeno però non possiamo farlo debuttare contro il Milan a 16 anni.

Arrivati al sabato, però, non siamo riusciti a fargli gol né su rigori né su punizioni e quindi io mi sono preso la responsabilità di decidere. Quando sono andato in camera da lui per dirgli che avrebbe giocato ho capito dalla sua risposta che aveva un carattere forte e che sapeva gestire le emozioni”.

Come si è sentito a portare il Parma sul tetto d’Europa?

”I sette anni a Parma sono stati indimenticabili. Dalla Serie B fino ad arrivare ad effettuare un ciclo vincente. Abbiamo avuto anche un po di fortuna perché certe cose si sono concretizzate insieme  e si sono create delle giuste circostanze.

Abbiamo lavorato molto ed ho trovato un gruppo di ragazzi disponibili ai quali ho chiesto di riconoscere reciprocamente i nostri limiti. Con questo dialogo siamo riusciti a trovare un amalgama ed una stima reciproca incondizionata . È stato questa la chiave dei grandi successi che questa squadra ha ottenuto”.

Perché se ne è andato da Parma?

“Tutte le cose belle finiscono anche quando vanno bene. Viene meno lo stimolo però sono rimasto in ottimi rapporti con Callisto Tanzi. È finito il rapporto economico ma il rapporto affettivo continua a esserci ancora adesso”.

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