GLIEROIDELCALCIO.COM (Eleonora D’Alessandri) – Per i più giovani, il nostro mondiale indimenticabile è quello del 2006, dal quale tornammo a casa con la coppa. Per i meno giovani invece, senza tornare troppo indietro nel tempo, basta sentire le note della canzone “Notti Magiche” di Bennato e Gianna Nannini, per ritrovarsi a quel mondiale tutto italiano e alle emozioni che ci regalò un calciatore su tutti, Totò Schillaci.
Il tricolore fuori dai balconi e dalle finestre in tutta la nazione, i suoi occhi spiritati, il sogno di vincere il torneo più importante, la delusione delle semifinali. Tutto questo è stato Italia ’90.
Le nostre “Notti Magiche” iniziarono proprio il 9 giugno, con la partita Italia – Austria che vincemmo grazie al primo gol del centravanti palermitano.
In realtà la competizione era iniziata il giorno prima con l’inaspettata sconfitta per 1-0 dei campioni in carica dell’Argentina contro il Camerun.
Il nostro primo match, giocato a Roma, sembrava concretizzare la paura del C.T. che, in un’intervista fatta il giorno prima, aveva dichiarato che la sua paura più grande, era quella di non vincere proprio la partita d’esordio e, visto il risultato della favoritissima Argentina, quel pensiero non era proprio così distante dalla mente di molti.
Il prezioso tagliando d’ingresso al primo incontro della Nazionale a Italia ’90, Italia – Austria 1-0 Schillaci (Collezione Matteo Melodia dal libro “World Cup Tickets” di M. Melodia, Anniversary Books, 2018)
Vicini, per la formazione d’esordio, aveva scelto la coppia Vialli-Carnevale poiché Schillaci fino all’ultimo non doveva neanche essere convocato e, nonostante 15 gol realizzati con la Juventus che convinsero poi il C.T. a portarlo nei 22 azzurri, partiva dalla panchina.
Bisognò aspettare fino al 75’ però per vedere la partita sbloccarsi. Infatti, solo dopo aver richiamato in panchina Carnevale e fatto entrare al suo posto Schillaci, che la partita cambiò. Dopo soli 4’ dalla sostituzione, Vialli scambia la palla con Donadoni, salta l’avversario e la butta al centro dove trova un gran colpo di testa dell’attaccante palermitano che ci porta finalmente in vantaggio. Inizia così la sua – e la nostra – favola mondiale.
Nonostante il gol della prima partita, nella seconda contro gli Stati Uniti (vinta 1-0 grazie ad un gol di Giannini) Schillaci rimase in panchina. Dal terzo incontro però, tutto cambia e fu impossibile non tenerlo titolare in campo. Schillaci segna ogni volta che tocca palla: contro la Cecoslovacchia al 9’, poi il gol dell’1 a zero agli ottavi contro l’Uruguay, la rete fondamentale contro l’Irlanda ai quarti, il gol dell’1-0 della sfortunata semifinale di Napoli contro l’Argentina (1-1 dopo i supplementari e poi vinta ai rigori dagli albiceleste) e infine il gol del 2-1 nella finale per il terzo e quarto posto contro l’Inghilterra.
Praticamente, al termine del torneo, Schillaci aveva all’attivo un gol per ognuna delle cinque partite giocate da titolare, più il gol segnato all’esordio partendo dalla panchina. Vinse il titolo di miglior giocatore e quello di capocannoniere della competizione arrivando anche secondo nella classifica del Pallone d’oro, vinto poi da Lothar Matthaus, campione del mondo.
Finito il mondiale, tornò a giocare nella Juventus, anche se quegli “occhi spiritati” non si videro molto. Soltanto 5 gol in 29 presenze nella stagione successiva a Italia ’90, appena sei nel campionato ’91/92. Poi, dal 1992 al 1994 all’Inter, a causa di numerosi infortuni, non riuscì altresì a ripetere l’abbondanza delle notti mondiali.
Ha 30 anni quando decide di lasciare la Serie A e di prendersi il titolo di primo calciatore italiano a giocare nel campionato giapponese, precisamente per lo Jùbilo Iwata, per il quale segna 56 gol in 78 partite. Nonostante questi rappresentino anni positivi per il calciatore, un grave infortunio nel 1997 segna il suo addio al calcio giocato.
Gli anni che seguono vedono Schillaci impegnato tra una scuola calcio per ragazzi nella sua Palermo (la “Louis Ribolla”), l’attività politica (è stato consigliere comunale del capoluogo siciliano dal 2001 al 2003) e partecipazioni a reality show e film. Resta che, qualsiasi cosa faccia da quando ha smesso di giocare a calcio, per tutti noi resterà sempre colui che ha reso magiche le notti del mondiale italiano del 1990.
In una recente intervista televisiva ha detto: “nemmeno un folle avrebbe mai potuto immaginare cosa mi stava per accadere. Ci sono periodi nella vita di un calciatore nei quali ti riesce tutto. Basta che respiri e la metti dentro. Per me questo stato di grazia è coinciso con quel campionato del mondo. Vuol dire che qualcuno, da lassù, ha deciso che Totò Schillaci dovesse diventare l’eroe di Italia ’90″. Come dargli torto.