Oggi a Cesena, alle ore 17.00 alla Galleria Pescheria, sarà inaugurata la mostra sull’allenatore ebreo ungherese morto ad Auschwitz.
“In occasione del Giorno della Memoria 2020, si propone una mostra su Arpad Weisz (Solt, Ungheria, 1896 – Auschwitz, Polonia, 1944), l’allenatore ebreo ungherese che, dopo aver allenato l’Ambrosiana-Inter, squadra con la quale vinse lo scudetto nel 1930, dal 1935 al 1938 portò la squadra di calcio del Bologna a conquistare per due volte consecutive lo scudetto e la prestigiosa Coppa del Torneo dell’Esposizione di Parigi nel 1937.
Sono gli anni nei quali il team rossoblù “che tremare il mondo fa” è vincente in Italia e in Europa.
Le suggestive tavole illustrate tratte dal volume di Matteo Matteucci, Arpad Weisz e il Littoriale (Bologna, Minerva 2017) raccontano le vicende calcistiche e storiche tra gli anni Venti e Trenta prima a Milano e poi a Bologna, dove nel 1926 si inaugura lo Stadio, con la presenza di Mussolini.
La storia personale di Weisz – rivelata anni fa dal magistrale lavoro di ricerca di Matteo Marani, autore del fondamentale Dallo scudetto ad Auschwitz (2007) – corre in parallelo con quella professionale di calciatore esperto e allenatore carismatico: Weisz mostra grande perspicacia nelle strategie di gioco, empatico e comunicativo con le sue squadre, sempre e comunque appassionato.
La straordinaria carriera prima a Milano poi a Bologna, dove arriva nel 1935 con la moglie Elena e i figli Roberto e Clara, si interrompe bruscamente nel gennaio del 1939, quando, a seguito delle leggi razziali del 1938, i Weisz sono obbligati a lasciare l’Italia e cercano riparo a Parigi. Ma la Francia non può offrire loro sicurezza e stabilità.
Nel febbraio del 1939 Arpad arriva in Olanda, nella cittadina di Dordrecht, dove la squadra di calcio locale necessita di un allenatore per evitare la retrocessione. La vita sembra ripartire, anche se i Weisz non dimenticano l’Italia e Bologna.
Ma nell’Olanda occupata dall’esercito tedesco, iniziano le discriminazioni degli ebrei e le deportazioni.
Le SS arrestano la famiglia Weisz nell’ agosto 1942: Elena, Roberto e Clara, deportati ad Auschwitz, vi trovano subito la morte. Arpad passa prima da un campo di lavoro in Alta Slesia, poi ad Auschwitz dove muore di stenti il 31 gennaio 1944″.
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