Il Corriere della Sera ha intervistato Paolo Rossi, uno degli “Eroi Mundial”, di seguito alcune delle dichiarazioni.
Su Giovan Battista Fabbri: “Il calcio di Fabbri era modernissimo, i difensori dovevano costruire, i terzini attaccare e io ero la punta unica che con i suoi movimenti faceva inserire i centrocampisti […] Fabbri dava gli stessi consigli di un padre. Spesso mi invitava a pranzo a casa sua”.
Su Farina: “Nelle trattative non guardava in faccia nessuno. Ma con me era diverso: “Non ho mai amato nessun giocatore, tranne Paolo”, diceva […] Perché per lui sono stato come un sogno che ha voluto vivere, rubandomi alla Juve. E infatti amava ripetere che “Rossi era diventato Rossi grazie al Vicenza”.
Su Bearzot: “Un uomo non facile. Quando ti parlava non aveva l’aria paterna. Era un po’ rigido. Buono, ma rigido. A volte, poche, ti dava una carezza. Ma più spesso usava il bastone […] era forte e gagliardo se c’era da difenderci all’esterno: noi gli abbiamo voluto bene anche per questo.
La partita vista in TV più emozionante: “La finale Italia-Brasile di Messico 70. Quella mi ha segnato. Avevo 14 anni, ma mi ci sono immedesimato, mi vedevo in campo a giocarla”.
CORRIERE DELLA SERA (Tommaso Pellizzari)