Paulo Roberto Falcao, il Divino, racconta Pelè, il Re, in una intervista a Repubblica.
Falcao è da poche settimane il Direttore dell’area sportiva del Santos, e fu anche l’ultimo allenatore di 0’Rey …
«E poi sono stato l’unico a portarlo in Italia … Lavoravo a Domenica In alla fine degli anni 80: conducevano Lino Banfi e Toto Cotugno, io facevo una pagina sportiva. Una volta dissi: “Faccio un’intervista con Pelé”. Lino era incredulo, pensava scherzassi: “Pelé? Ma davvero?”. E invece lui fu felicissimo di fare questa intervista con me, fu una cosa molto bella».
[…] “Abbiamo giocato contro nel 1974. Prima che andasse in America, io ero nell’Internacional. Poi negli anni ci siamo incontrati varie volte e c’è sempre stato, spontaneamente, un rapporto molto bello. L’ho anche allenato per la sua ultima partita […] Nel 1990, sì: lui festeggiò i suoi 50 anni a San Siro: Brasile contro Resto del mondo. Io allenavo il Brasile. Ero certo si sarebbe presentato solo il giorno della partita, lui era Pelé, non doveva dimostrare nulla. Invece è venuto ad allenarsi il giorno prima. E ha corso, ha urlato ai compagni, ha faticato: come se giocasse ancora”.
Ci racconta Pelé in una frase?
“La sua vanità non è mai stata più grande della sua intelligenza […] Era immenso perché sapeva, era cosciente, della sua importanza per la gente, i tifosi. E non ha mai fatto qualcosa per approfittarne. La sua genialità superava il calcio giocato: nella vita era sempre due o tre ragionamenti avanti agli altri. E ti impressionava la sua umiltà […] Trattava giocatori di un livello molto basso come se fossero di un livello molto superiore al suo. Aveva questa capacità di fari sentire importante solo parlandoti”
Lei ora è un dirigente del Santos: pensa che sarà aperto l’armadietto dello spogliatoio che aveva chiuso nel 1974? Ne avete già parlato?
“Penso che non lo apriremo. 0 comunque: io non lo aprirei mai, non ci posso neanche pensare. Però sono un dipendente, queste cose le deciderà il club, o forse la famiglia” […]
Repubblica