Mediapolitika, nell’articolo Amarcord del Lunedì, ripercorre la vita calcistica di Pierluigi Orlandini, calciatore di indubbio talento che noi abbiamo avuto il piacere di intervistare tempo fa. Ecco un estratto.
[…] Si può rimanere famosi solo per un gol, anche a fronte di una carriera comunque discreta? Se il gol è storico, unico e particolare, beh, probabilmente sì. Per ulteriori chiarimenti andate pure a chiedere a Pierluigi Orlandini, vi confermerà la storia che andiamo ora a raccontare.
[…] Pierluigi Orlandini corre e sbuffa in allenamento, ha qualità e voglia di sfondare, nell’estate del 1990, subito dopo aver seguito i mondiali di calcio alla televisione, riceve la notizia che l’allenatore atalantino Frosio (che per combinazione si chiama Pierluigi proprio come lui) lo vuole portare in ritiro con la prima squadra. Se sarà solo un premio lo diranno i mesi, il campo e l’atteggiamento del ragazzino. Orlandini prova a capire, chiede, si impegna, non fa mai tardi la sera e mangia bene, aspetto che lo staff tecnico tiene molto in considerazione vista la tendenza del ragazzo a mettere su chili. 20 gennaio 1991, ultima giornata del girone d’andata: al Comunale di Bergamo si affrontano Atalanta e Torino, è il giorno del ritorno a Bergamo di Emiliano Mondonico (tecnico granata ma grande ex amatissimo) in una gara che deciderà un altro ex, Giorgio Bresciani, giustiziere della sua vecchia Atalanta. Passa così inosservato l’esordio in serie A di quel diciottenne, Pierluigi Orlandini, che corona il suo sogno di bambino calcando per la prima volta i campi della serie A.
[…] Ma il bello per Pierluigi Orlandini deve ancora materializzarsi ed avviene, inaspettato, il 20 aprile 1994 quando è in Francia a Montpellier dove si gioca la finale del campionato europeo Under 21 tra Italia e Portogallo. E’ la prima volta in cui si sperimenta l’innovazione (pessima, a dire la verità) del golden gol, ovvero se si arriva ai tempi supplementari, chi segna ha vinto, a prescindere dal minuto. La gara è tirata, si va proprio ai supplementari, subito dopo che Orlandini ha preso il posto di Filippo Inzaghi. Passano 8 minuti scarsi dall’inizio dei tempi supplementari, il tornante dell’Atalanta prende palla nella metà campo portoghese, spostato sulla destra, si accentra e all’improvviso lascia partire un fendente di sinistro che si infila all’incrocio dei pali: l’Italia è in vantaggio, anzi no, l’Italia ha vinto partita ed Europei perché c’è il golden gol e Pierluigi Orlandini verrà per sempre ricordato come l’uomo del primo golden gol, come colui che ha regalato agli azzurrini il titolo tirando fuori quel colpo a sorpresa dal cilindro, un jolly che gli verrà stampato sulla pelle come un marchio indelebile, lui non sarà più Pierluigi Orlandini il calciatore, ma Pierluigi Orlandini quello del gol partita con l’Under 21.
[…] Una stagione assai positiva per uno dei talenti più promettenti d’Italia, dunque, e l’Inter se lo tiene ben stretto, anche perché Ottavio Bianchi se lo coccola come un figlio. Peccato, però, che il tecnico venga esonerato dopo poche partite nella stagione 1995-96 in cui i nerazzurri partono male e vengono pure sbattuti fuori dalla Coppa Uefa al primo turno per mano dei modesti svizzeri del Lugano.
[…] Nell’estate del 1999 lo acquista a titolo definitivo il Milan campione d’Italia, Orlandini quasi non ci crede, ma all’allenatore Alberto Zaccheroni piace l’idea di avere in rosa un calciatore con le caratteristiche del tornante bergamasco, ottimo nel 3-4-3 utilizzato dalla formazione milanista. Sin da subito, però, si capisce che per Orlandini gli spazi a Milano sono ancora meno rispetto a Parma, anche perché spesso e volentieri Zaccheroni gioca col fantasista dietro alle due punte e possibilità di schierare ali ce ne sono sempre pochissime.
[…] Una carriera discreta, si diceva all’inizio, che forse poteva essere migliore, soprattutto perché in alcune circostanze (vedi le difficoltà avute nella seconda stagione all’Inter) Orlandini si è chiuso in sé stesso ed ha reagito con il silenzio alle panchine, con un atteggiamento chiuso all’indifferenza degli allenatori. Una carriera fatta di alti e bassi ed inevitabilmente legata a quel gol con la nazionale Under 21, uno dei più belli della categoria, di certo quello che ancora oggi fa esclamare: “Ah, Orlandini, quello del golden gol!”.
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(MEDIAPOLITIKA.COM di Marco Milan)