GLIEROIDELCALCIO.COM – La Stampa, 18 maggio 1980: “Dopo 120 minuti di gioco e una lunga serie di rigori che ha trattenuto con il fiato sospeso, in angoscia, l’Olimpico colmo di folla, la Roma ha vinto la Coppa Italia battendo il Torino per 3-2. Lo stadio, dopo la parata decisiva di Tancredi su tiro dal dischetto di Zaccarelli, è impazzito di tifo e mille fiaccole nella notte calante hanno salutato il posto in Europa della formazione Giallorossa”.
La Roma vince così la sua terza Coppa Italia e per la seconda volta contro il Torino dopo la finale del 1964.
Una vittoria che, con il senno di poi, sdoganerà la “Rometta” anni ’70 verso la permanenza più o meno stabile nel calcio che conta, una vittoria che segna uno spartiacque importante.
Una stagione nata sotto il segno del nuovo Presidente Dino Viola, il ritorno in panchina del Barone Liedholm e alcuni acquisti più o meno criticati come Amenta, Turone, Benetti. Ma arriva anche “Carletto” Ancelotti e c’è il rientro a “casa” di Bruno Conti.
Si, Bruno Conti, che dopo 120 minuti di battaglia in campo e la necessaria lotteria dei calci di rigore, una soluzione spesso ingrata e ingenerosa, inizia il suo giro di campo insieme ai compagni.
“Ma c’è un tifoso”, ci racconta Daniele Ceccarelli, “tal Mario Tagliaferri, che riesce prima del giro di campo a ricevere da Conti la maglia, così che lo stesso viene immortalato nelle foto, esclusivamente con il “sopra tuta” della Pouchain. Ora questa maglia appartiene alla mia collezione. Dalle foto e le ricerche effettuate confrontandomi anche con altri collezionisti, è emerso che la partita venne disputata con alternanza di mute con due ‘P’ di Pouchain differenti.
Questa, come si vede dalla foto, con un puntino rosso nella P. Sempre nella stessa gara vennero utilizzate anche delle maglie con il puntino arancione, insomma due forniture diverse”.
“Sono solo piccoli particolari”… si potrebbe obiettare, ma questo rende il collezionismo un’arte non per tutti. Viva i collezionisti che sanno portare alla luce storie e particolari come questi, altrimenti consegnati all’oblio eterno.