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La Penna degli Altri

Quando la Serie A ha riaperto le frontiere

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QUATTROTRETRE.IT (Diego Mariottini) – Nel 1980 l’opinione pubblica è sconvolta da uno scandalo che passa alla storia con il nome di calcioscommesse (o anche totonero). Finiscono alla sbarra nomi noti e meno noti fra i calciatori di serie A e B. Sembra esistere un sistema illecito in grado di alimentare un giro miliardario di scommesse clandestine. Alcune squadre vengono punite con severità, altre con mano leggera, altre ancora la passano liscia. […]
Ma almeno tornano i giocatori stranieri, opzione negata fin dall’estate del 1966. Già, il 1966, altro annus horribilis per il pallone di casa nostra. È l’anno dei Mondiali in Inghilterra. La città di Middlesbrough è teatro di una delle sconfitte più umilianti della storia del calcio. In quell’edizione l’Italia viene estromessa al primo turno per mano della Corea del Nord. Il gol di Pak-doo-Ik mette a nudo la pochezza di una Nazionale che si pensa all’avanguardia e che in realtà non vince nulla da quasi 30 anni.
Come reazione a una tale disfatta la Federazione pone il veto sull’ingaggio di calciatori stranieri, che fino a quel momento avevano alzato il tasso tecnico del campionato ma che nel contempo avevano impedito a molti giovani italiani di emergere.
[…] Il divario fra l’Italia e l’Europa che conta (Inghilterra, Olanda, Germania e Spagna) sembra sempre più netto ed è forse questo il principale motivo che induce la Federazione a riaprire le frontiere.
[…] dunque un buon calciatore straniero può davvero innalzare la qualità della formazione in cui milita.
È per esempio il caso di Paulo Roberto Falcao, il centrocampista brasiliano che nell’estate del 1980 viene presentato ai tifosi della Roma. La squadra capitolina annovera alcuni giocatori che negli anni successivi riscriveranno in parte la storia della società, ma fino a quel momento i risultati sono deludenti. Malgrado Tancredi, Pruzzo, Conti, Di Bartolomei, la squadra ha navigato fino a quel momento nelle acque meno tranquille della classifica. C’è senza dubbio una concomitanza di eventi, perché la società passa sotto il controllo di un imprenditore accorto ma ambizioso come Dino Viola e l’allenatore è un innovatore tattico come Nils Liedholm, ma è la presenza di Falcao il fulcro di una mutazione che porterà allo scudetto nel giro di 3 anni.

[…] il Napoli annuncia di avere raggiunto l’accordo con un grande giocatore olandese, Ruud Krol. Con la sua presenza al centro della difesa, la città arriva a rispolverare una parola messa in archivio da anni: scudetto. E come nel caso della Roma e di Falcao, anche a Napoli c’è un prima e un dopo Krol. La squadra termina il campionato 1980/81 al terzo posto ma è in lizza per il titolo fino all’ultimo. È quasi la stessa formazione che fino a quel momento non era andata oltre metà classifica.
Forse l’unica che nel 1980 non avrebbe gran bisogno di alzare il tasso tecnico è la Juventus di Giovanni Trapattoni. Oltre al fatto di annoverare molti dei maggiori talenti del nostro calcio, appare l’unica compagine in grado di riportare l’Italia a vincere qualcosa sul piano internazionale. Dal 1977 non ha più vinto trofei continentali ma perlomeno ci è andata vicina più volte. Nell’aprile del 1980 i bianconeri subiscono una grave delusione, sono eliminati dall’Arsenal nella semifinale di Coppa delle Coppe. Ma in quella doppia sfida la dirigenza ha notato il talento dell’irlandese Liam Brady. Sarà proprio lui il numero 10 della Juventus a partire dall’estate 1980 e verrà ceduto due anni più tardi solo per fare spazio a uno ancora più forte, Michel Platini.
L’Inter invece acquista un centrocampista in grado di associare quantità e qualità, l’austriaco Herbert Prohaska. Anche la Fiorentina si rinforza. Dall’Argentina arriva un campione del mondo, Daniel Bertoni, centrocampista dai piedi buoni e dal tiro potente. Sono questi gli stranieri che offrono un surplus di qualità nel primo anno di riapertura delle frontiere. Poi ci sono gli stranieri “normali”, quelli un po’ folkloristici e i cosiddetti “bidoni”. […]

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