SSLAZIOFANS.IT (Stefano Greco) – L’articolo odierno di sslaziofans.it, a firma Stefano Greco, ricostruisce la calda estate laziale del 1995 alle prese con la tentata vendita di Signori al Parma, e della grande contestazione a tal proposito.
“[…] E, per difendere il suo “Re”, esiliato in cambio dei 24 miliardi di lire messi sul piatto da Tanzi per portare Beppe Signori al Parma, in quegli infuocati giorni di giugno del 1995 la Roma biancoceleste è scesa in piazza. Mentre la squadra giocava una partita della tournée in Brasile contro il Guaranì, il 14 giugno migliaia e migliaia di persone hanno sfilato in corteo fino alla sede della Lazio di Via Novaro (rimasta quasi assediata per ore) per protestare contro quella cessione. E quella ribellione di piazza è durata fino alla decisione della società, annunciata da Dino Zoff (diventato da poco presidente) che la Lazio aveva deciso di ritirare Signori dal mercato”.
Si torna indietro nel tempo facendo riferimento a qualcosa di simile già visto…“E fu una vera e propria sollevazione, una rivolta simile a quella vista 5 anni prima a Firenze dopo la cessione di Roby Baggio alla Juventus. Più di 5000 tifosi in corteo per le vie di Roma, traffico paralizzato per ore e sede sociale circondata da quella marea umana. Fino alla resa, fino al comunicato con cui Zoff ha annunciato che Signori era stato tolto dal mercato e a quello successivo che annunciava e dimissioni di Cragnotti e la sua intenzione di cedere la società.
[…]
Sergio Cragnotti poi tornò sui suoi passi, perché non poteva lasciare prima di aver portato a termine il suo progetto. Ma quello schiaffo, Sergio Cragnotti non lo ha mai dimenticato, anche se non è stato l’unico. Nell’estate del 2001, infatti, è successo anche di peggio in occasione della cessione di Pavel Nedvěd che ha scatenato una vera e propria rivolta, con tanto di blindati a protezione di quel palazzetto incastrato tra via Veneto e piazza Barberini in cui ancora oggi vive la famiglia Cragnotti. E con la Polizia costretta a caricare per disperdere la folla inferocita. Una notte di fuoco, in tutti i sensi”.
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