La Penna degli Altri

“A’ Renato, ridacce Cochi”: l’avventura di Portaluppi con la maglia della Roma

Published

on

(GOAL.COM di Paolo Camedda)

Il sito Goal.com racconta l’esperienza romana di Renato Portaluppi. Ecco un estratto.

[…] Renato Portaluppi, noto in Brasile come Renato Gaucho,  oltre al calcio, che da brasiliano concepisce come puro divertimento, ama perdutamente le donne, oltre alle belle auto e alla vita notturna. Tecnicamente e atleticamente molto dotato, ha lunghe leve e gioca da ala destra offensiva. […] Difetti? Non tollera gli schemi rigidi ed è scarsamente propenso al sacrificio per i compagni.

[…] Nato a Guaporé, nello Stato del Rio Grande do Sul, nella parte Nord Orientale del Brasile, il 9 settembre 1962, Renato è il classico ragazzo brasiliano che negli anni Settanta e negli anni Ottanta  adora le spiagge, dove lo si vede spesso giocare a ‘futevolei’, ovvero a calcio-tennis, e le belle donne.

[…] La stella di Renato, attorno al quale il Ct. del Brasile Telé Santana pensa di costruire la nuova Seleçao […] brilla anche negli anni successivi. Con il Gremio, di cui diventa una leggenda, nel 1984 è inserito nella top 11 del campionato brasiliano, e nel 1985 e nel 1986 vince il torneo statale, ma è con il passaggio al Flamengo che il mito dell’ala brasiliana tocca l’apice.

[…] Nell’estate del 1988 diventa così obiettivo di calciomercato di diverse grandi squadre. Potrebbe aggiudicarselo il  River Plate, che per il suo cartellino offre più di tutti, ma è la Roma di Dino Viola alla fine a convincere il calciatore e a spuntarla già a fine maggio con 2,7 milioni di dollari. […] L’arrivo è da star assoluta.  Dopo un lungo viaggio aereo intercontinentale, il brasiliano atterra a Trigoria in elicottero alle 14.34 del 29 giugno.

[…] Persino il ‘Guerin sportivo’ applaude il colpo con una storica copertina, con una sua foto in grande e un gioco di parole: “Re nato”.

[…] Quando inizia il campionato Renato parte titolare in coppia con Völler, ma spostato dalla fascia tende a perdersi e a non trovarsi. La pazienza di Liedholm dura 6 giornate, ma presto il brasiliano finisce nelle gerarchie dello svedese alle spalle di Rizzitelli e Massaro, tatticamente molto più disciplinati di lui. L’ex Gremio, annunciato come fenomeno, è protagonista soltanto in Coppa UEFA: il 12 ottobre 1988 trascina la Roma segnando di testa in Germania il 3-1 con cui i giallorossi eliminano il Norimberga nei trentaduesimi di finale, prima di farsi espellere per un fallaccio su un avversario e le successive eclatanti proteste. Con lo scorrere delle settimane, l’amore per la bella vita lo porterà fuoristrada, e colui che doveva essere il trascinatore della Roma chiuderà la sua avventura nella capitale dopo una sola stagione con  23 presenze e nessun gol in campionato, 3 partite e 1 rete in Coppa Uefa, 6 partite e 3 reti in Coppa Italia.  Per lui, nonostante le indubbie qualità tecniche e fisiche, arriva la scomoda etichetta di ‘bidone’, sancita da uno striscione che appare in Primavera al Flamio: “A’ Renato, ridacce Cochi”.

Vai all’articolo originale

 

più letti

Exit mobile version