GLIEROIDELCALCIO.COM (Antonio Capotosto) – Se pensi al legame tra il Toro e i suoi giocatori ti vengono subito in mente Giorgio Ferrini e Paolino Pulici. Ha giocato con entrambi Renato Zaccarelli, il numero 10 dell’ultimo scudetto e il terzo giocatore granata con più presenze in Serie A, era arrivato nelle giovanili del Torino da adolescente.
Oberdan Ussello, terminata la carriera nel reparto arretrato, affermò: “Vederlo finalmente giocare nel ruolo di libero mi riempie di gioia gli occhi e il cuore. Gli occhi perché lo stile che rivela, il tempismo e il colpo d’occhio nello scegliere il momento giusto nell’intervento sono eccezionali, unici; il cuore perché sin dai tempi non sospetti, ho sempre sperato che si trasformasse in libero, dichiarando pubblicamente più volte che Zaccarelli sarebbe stato in grado di interpretare il ruolo ai massimi livelli”.
Nel 1986 gli veniva assegnato il Guerin d’Oro come miglior giocatore dell’anno. Era tornato al Filadelfia nel 1974, dopo alcuni prestiti. E il vecchio ruolo? Sulla rivista sociale torinista Giorgio Gandolfi scrisse: “Zaccarelli è una mezzala delle più vere, delle più classiche. Possiede tutte le prerogative dell’interno: la visione del gioco, la capacità di cambiare impostazione in modo repentino e inatteso, il senso innato della posizione, una discreta velocità, la rapidità nel tocco e il tiro, che risulta secco e teso. Se la continuità nel rendimento lo sorregge, non ha proprio nulla da invidiare a nessuno e non è difficile prevedere un suo prossimo futuro in azzurro”.
In Nazionale ha segnato alla Francia nel Mondiale ’78 e del Torino è stato anche dirigente e allenatore. Un cuore granata. Nato il 18 gennaio 1951. Il settantenne Renato Zaccarelli è stato soprannominato anche il ‘Lord’. Nel volume ‘Il Toro non può perdere’ di Eraldo Pecci il titolo del capitolo a lui dedicato è: ‘Classe pura Zaccarelli’.
Buon compleanno campione.