INTER.IT – Riccardo Ferri, racconta il suo calcio in un’intervista al sito ufficiale dell’Inter …
“Una volta era proprio così […] stavamo in ritiro, arrivavano i nostri amici, si giocava a carte, a biliardino, a biliardo. Sembrava di stare all’oratorio, era un calcio diverso”. Poi ricorda la favola che lo porta a vestire la maglia nerazzurra…”Non capitava tutti i giorni che un ragazzino di paese finisse nel settore giovanile dell’Inter. Le emozioni di quei giorni le rivivo ancora oggi, vividissime… Quello resta il periodo più bello della mia vita”.
L’esordio arrivò l’11 novembre 1981, con Bersellini, dando vita ad una carriera splendida chiusa nella serata trionfante della Coppa Uefa 1994, quando sia Ferri che Zenga si trasferirono a Genova sponda blucerchiata.
Poi racconta di come le figurine diventarono realtà …”Le scambiavo, ci vedevo sopra Zoff, Cabrini, Brio, Gentile. Poi, senza quasi accorgermene, mi trovai in campo, a sfidarli… la sfida che mi esaltava, che mi faceva emozionare più di tutti, era per forza di cose il derby con il Milan. Per me, interista, era il massimo”.
Prosegue… “A 21 anni mi sono ritrovato a marcare Platini, poi mi toccavano sempre gli attaccanti più rapidi e insidiosi, come Paolo Rossi, Rui Barros o Ian Rush. Mi porto nel cuore l’Inter-Juventus dell’11 novembre 1984. Vincemmo 4-0, una partita dominata, con tre gol di testa su quattro. Segnammo io, Rummenigge (due volte) e Collovati. Il gol non me lo posso dimenticare, il mio primo in Serie A, per giunta contro la Juve: punizione dal lato sinistro dell’area, cross di Brady. Io avevo forza e talmente tanta esuberanza che saltai più in alto di Rummenigge, anticipandolo…”
Vai all’articolo originale