(SPORTWEEK di Valerio Piccioni – Foto ILRIFORMISTA)
Continuano le interviste delle maggiori testate ai protagonisti del Mondiale ’70, a 50 anni dal quel torneo rimasto nella storia. Sportweek riporta le dichiarazioni del grande Gianni Rivera. Ecco un estratto.
[…] Era già una stella il Gianni Rivera che andò a giocare il Mondiale in Messico?
[…] “Beh, nel 1969, l’anno prima, avevo vinto il Pallone d’Oro, la Coppa Campioni e l’Intercontinentale”.
[…] Ma è vero che rischiò di essere l’ultimo degli esclusi?
[…] “Se io stessi rischiando di non giocare per niente. Avvertivo una brutta atmosfera intorno a me e allora lo dissi pubblicamente”. […] “Tanto che arrivarono pure Rocco e Franco Carraro”.
[…] E invece fu staffetta: lei e Sandro Mazzola
[…] “Una storia incomprensibile”. […] “Non so chi decise, se Valcareggi, il commissario tecnico, da solo, o Walter Mandelli, che era il presidente del settore tecnico e la cui influenza era troppo grande”.
[…] Per chi tifano i centomila dell’Azteca?
[…] “Un pò e un pò, mi sembra fossero neutrali”.
[…] Quando vi rendeste conto di essere entrati nella storia?
[…] “Più tardi, quando tornammo a casa”.
[…] Che cosa ricorda di quel giorno (Italia-Germania)?
[…] “Mi trovai sulla traiettoria sul suo colpo di testa”. […] “Ero convinto di aver fatto gol di sinistro. Soltanto rivedendo la partita in televisione capii di aver segnato di destro”. […] “Oggi fare quel gol sarebbe impossibile!”. […] “Se io avessi ragionato, se avessi pensato all’indicazione, allo schema, a non so cosa, non ci sarebbe stato quel gol. E addio 4-3”. […] “Avevamo unificato il Paese”.
[…] Poi ci fu il Brasile.
[…] “Non ero stanco, c’era diversa gente più stanca di me, per questo la scelta non la riesco ancora oggi a capire. Ricordo che a un certo punto mancai di un attimo un aggancio che mi avrebbe potuto portare in porta , eravamo sul 3-1, pensate sul 3-2 che cosa sarebbe potuto succedere”.