IL FOGLIO QUOTIDIANO (Andrea Romano) – […] 40mila persone. Pensavano di assistere alla finale di andata di Coppa Italia fra Lazio e Inter. E invece, in quel 12 aprile del 2000, in quel mercoledì sera così ordinario, si sono ritrovate faccia a faccia con la storia. Perché non c’è niente di più maestoso di una divinità che cade nella polvere. Tutto era iniziato in un altro stadio, durante un’altra partita. Era il 21 novembre 1999 e l’Inter aveva battuto il Lecce per 6-0 […] Solo che a un certo punto Ronaldo aveva iniziato a zoppicare. La sua gamba si era piantata nel terreno e il Fenomeno aveva sentito il dolore addentargli il ginocchio. Era uscito dal campo sulle sue gambe, con la faccia terrea di chi è in attesa di un giudizio. La sentenza era arrivata qualche ora più tardi. Ed era un pugno nello stomaco. Rottura parziale del tendine rotuleo. Significava 5 mesi lontano dal calcio.
[…] in quel mercoledì sera di metà aprile. Perché al 40’ Nedved pareggia il vantaggio nerazzurro firmato da Seedorf […] Poi, quando la ripresa è iniziata da appena 7’, Simeone trova il gol che porta la Lazio sul 2-1. Lippi non ha più tempo, capisce che deve rischiare il tutto per tutto. O santo o eretico. Così, al 13’, chiama un’altra volta Ronaldo […] il Fenomeno raccoglie palla sulla trequarti. Davanti a lui ci sono Pancaro e Couto. Il brasiliano li punta, prova a saltarli. Piede destro. Piede sinistro. Piede destro. Piede sinistro. Piede destro. E all’improvviso sente cedere il ginocchio, sente il dolore esplodere nella sua rotula e uscire dalla sua bocca sotto forma di decibel. Sono passati 6 minuti dal suo ingresso e Ronaldo è immobile, raggomitolato in una posizione quasi fetale. “Mamma”, grida. “Papà”, urla. Nessuno dice niente perché non c’è bisogno di dire niente. Tutti hanno già capito […]