Salvatore Mazzarano, l’ultimo che marcò Van Basten in Serie A
Lo stacco di testa perentorio al minuto 39′, il “cigno olandese” che corre verso la bandierina a festeggiare, un numero 5 con la maglia rossa che si rialza, con orgoglio, sul prato verde dello Stadio Del Conero. Per me sono queste le istantanee dell’ultima, vera, partita di Van Basten in Serie A. Di quello stopper silenzioso e capace non ricordavo molto, se non la sua faccia da buono e duro sulle figurine Panini, accanto all’iconico Felice Centofanti. Salvatore Mazzarano, pugliese di Massafra, fu uno dei rappresentanti di quella che, un tempo, definirono come “la scuola italiana dei difensori”.
Cresciuto sui campi polverosi del sud Italia, era riuscito a mettersi in mostra soprattutto nel Fasano 87-88. Quella squadra riuscì ad andare in C2 e viene ricordata anche per le prestazioni del giovane bomber Insanguine. Il giornalista Zino Mastro, alla fine di quella cavalcata trionfale, definì il difensore , a ragione, “un mastino, nel mirino di parecchie squadre di serie superiore … un baluardo invalicabile che diventa un incubo per tutti gli attaccanti che marca, ai quali non concede mai nulla”.
Mazzarano, dopo l’esperienza nel mitico Casarano di inizio anni ’90, passò all’Ancona, voluto fortemente da Guerini. Con i dorici aveva giocato tre grandi stagioni, saggiando le difficoltà e l’adrenalina di B e di A. Prima la storica promozione in massima serie, conquistata accanto a calciatori del calibro di Sandro Tovalieri. Nel 1992-93, poi, le tante sfide contro i fenomeni della A, compresa quella del 9 Maggio. Mazzarano giocò anche una finale di Coppa Italia contro la Sampdoria di Gullit e Mancini, prima di concludere la carriera in quel Fasano che lo aveva lanciato un decennio prima.
Un eroe del calcio che ci ha lasciato troppo presto; un protagonista di quel calcio passato che amiamo raccontare e proteggere.
GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia)