GLIEROIDELCALCIO.COM – Sfogliando le pagine de La Stampa del 25 novembre 1989 ci imbattiamo in un titolo molto particolare: “Si può fumare, bere ed allenarsi poco”. Sono parole di Sergej Alejnikov, all’epoca calciatore sovietico, poi Bielorusso, in forza alla Juventus nella sua prima e unica stagione bianconera. “Il calcio italiano è molto duro, a volte crudele”, si legge nell’articolo che riprende un’intervista pubblicata da Sovietskaia Belorussia, “l’organizzazione del campionato magnifica, ogni partita una vera e propria festa. Mi hanno accolto con cordialità. Si rendevano conto che avevo bisogno di un po’ di tempo per adattarmi e hanno cercato in tutti i modi di incoraggiarmi”.
Poi aggiunge: ” l’allenamento dura solo un’ora e mezzo al giorno, contro le 5-6 della Dinamo Minsk. Nessuno ti controlla, i rapporti con il club sono basati sulla fiducia totale: fa quello che vuoi, ma sii sempre in perfette condizioni”. Poi riferisce che a cena i giocatori “bevono e fumano in presenza degli allenatori: quando mi sono rifiutato di bere mi hanno chiesto: stai male?” Del resto Dino Zoff, che in questo momento è l’allenatore della Juventus, non ha mai fatto mistero delle sigarette fumate insieme al compianto Scirea, nei ritiri e in maniera particolare la sera del Mundial spagnolo. “Mi hanno assegnato un appartamento di tre stanze con tutte le comodità moderne, compresa la piscina”, prosegue il calciatore sovietico, “Due volte alla settimana viene una donna per le pulizie. Ho a disposizione un’auto, un interprete e un insegnante d’italiano, e la Juve paga anche casa, assistenza medica, cibo e telefonate… Io e mia moglie non possiamo andare in autobus, fare acquisti in negozi di second’ordine, né vestirci male: lo richiede l’appartenere a uno dei club più ricchi e prestigiosi al mondo”.