ILFATTOQUOTIDIANO.IT (Cristiano Vella) – […] E per Paulo Silas do Prado Pereira da Campinas, detto semplicemente Silas, la componente estetica è l’ultimo dei problemi. Certo, quel gol di 29 anni fa, il 25 febbraio del 1992 ad Ascoli, con vittoria esterna della Samp di Vujadin Boskov non è il massimo della bellezza, e sa quasi di commiato dall’Italia, sebbene di perle nel nel Belpaese ne abbia lasciate Paulo. Il Mondiale 1990 è alle spalle, così come i mitici ’80, con le mode che non risparmiano il calcio (e già questo è di per sé eloquente, magari dopo capiremo il perché) e l’Italia è ancora l’Eldorado del pallone: ci giocano Diego Maradona, Ruud Gullit, Marco Van Basten. Tutti i calciatori più forti sognano di giocare in Italia, tutti quelli che intendono diventare i più forti vogliono giocarci, anche a costo di passare per una “piccola” che deve notoriamente lottare per salvarsi.
[…] Si chiama Paulo Silas: ha appena giocato il Mondiale in Italia, seppur solo tre spezzoni di gara nella nazionale verdeoro, è stato pallone d’oro nel Mondiale Under 20 del 1985 e viene da una stagione di fuoco con lo Sporting Lisbona. Per la verità il Cesena lo compra da una squadra uruguayana, il Central Espanol.
[…] La follia è calciare una punizione da trenta metri, di esterno destro provando a farla girare. E’ una cosa difficilissima… e invece Silas lo fa e infila il pallone proprio nel sette, superando Luca Marchegiani.
[…] Le prestazioni di Silas tuttavia gli valgono le attenzioni delle grandi: lo vuole la Roma, prevale la Sampdoria fresca di scudetto che ha un Cerezo ormai avanti in età e Mikhailichenko da sostituire.
[…] Quando rientra il suo contributo lo offre, come con l’Ascoli, come con la Roma quando segna il gol del pareggio all’ultimo minuto, mentre contro il Barcellona nella finale di Champions persa non scenderà in campo.