Il racconto di Piola e la lettera di Meazza

(CONTROCORRENTE di Nino Materi – Foto STORIEDICALCIO)

Il settimanale Controcorrente intervista Paola Piola, figlia del grande Silvio. Ecco un estratto tra racconti di calcio e guerra.

[…] Piero Ferraris

[…] “Piero era l’alter ego di Silvio fin dai tempi della Pro Vercelli. Dal ’41 al ’48 Ferraris aveva giocato nel Grande Torino. Ma pochi mesi prima del tragico volo di Superga, Silvio lo convinse a lasciare i granata per trasferirsi al Novara, a caccia di vecchie glorie. Piero accettò. E così si salvò dalla strage che avvenne il 4 Maggio del ’49”.

[…] Il Mondiale del ’38

[…] “Il vero sogno di papà. Nulla lo esaltava di più della maglia azzurra”. […] “Quello della mitica foto a centrocampo, con il ct Pozzo che con una mano impugna la Coppa Rimet e con l’altra stringe il braccio di mio padre”.

[…] Gli anni della guerra

[…] “Papà torno in famiglia nel Vercellese, ma tra i tifosi della Lazio si sparse la voce che Piola era morto. Gli fecero anche il funerale con tanto di messa di suffragio. Quando il loro bomber “resuscitò” fu l’apoteosi”.

[…] “Papà era rifugiato in casa. Un tedesco bussa alla porta e chiede di lui”. […] “Silvio decide di affrontare il tedesco”. […] “I due si guardano e si abbracciano. Sapete chi era il tedesco? Era Peter Platzer, il portiere dell’Austria al quale papà aveva fatto due gol nel 1935 a Vienna”.

[…] La lettera di Meazza

[…] “Caro Silvio, io non gioco più. Ma quando ti seguo tra i terzini avversari, quando ti vedo ti vedo scattare e ticchettare al volo, oh!, allora mi prende una stretta al cuore e un groppo in gola.” […] “Per te il tempo non esiste. Tu rappresenti tutto il calcio italiano”. […] “La tua gloria è la nostra gloria. La gloria della migliore generazione calcistica, quella dei due campionati del mondo assicurati all’Italia”.