[…] E dire che fino ai tempi in cui i due giocavano insieme a Reggio Calabria il predestinato sembrava proprio quel biondino capace di orchestrare il gioco come pochi fin da giovanissimo grazie a due piedi fatati.
[…] Adelio Moro, colui che ha lanciato sia Baronio che Pirlo al Brescia, ricorda invece così quegli anni intervistato da ‘Tuttosport’. “Reggiana-Brescia, verso la fine tolgo Schenardi e metto dentro Pirlo che aveva diciassette anni, ma giocava da sempre con gente più grande di lui. Era già il maestro che è stato negli anni a venire. In ogni zona del campo illuminava, quando ha iniziato a fare il regista, si è realizzato completamente, ma da ragazzo aveva già tutto: il calcio lungo, il dribbling, il tiro, giocate straordinarie con estrema semplicità. Un mese prima avevo lanciato Baronio, che era più grande di due anni e stava facendo benissimo. La cosa che li accumunava era la strepitosa personalità. Pirlo e Baronio hanno sempre avuto questa visione, questo modo di vedere lo sviluppo dell’azione in verticale”.
[…] Il biondino dal tocco magico impressiona talmente tanto che viene acquistato dalla Lazio, allora ancora di Cragnotti, disposta a versare circa 7 miliardi di vecchie lire nelle casse del Brescia. I biancocelesti però inizialmente lo girano in prestito: prima al Vicenza, dove non trova molto spazio, poi alla Reggina.
[…] Archiviata la parentesi a Perugia, Baronio riparte da Verona dove disputa due stagioni di buon livello nelle file del Chievo allenato da Delneri, tanto che nel 2005 arriva quella che resterà la prima e unica presenza in Nazionale maggiore quando Marcello Lippi lo fa esordire in amichevole contro l’Ecuador. Rientra alla Lazio solo per sei mesi, quindi un nuovo prestito a Udine. Nella stagione successiva, complice l’addio di Liverani destinazione Firenze, Baronio torna a Roma sponda biancoceleste stavolta per restarci.
(GOAL.COM di Lelio Donato)