Primavera 1917 … in una fabbrica inglese di munizioni un gruppo di operaie è in pausa pranzo nel cortile e trovano un pallone abbandonato. Inizia così la loro storia, con un calcio a quel pallone
Gli uomini, mariti, fratelli, padri e colleghi sono al fronte mentre loro, le donne, costruiscono granate, proiettili e bombe.
Quel calcio, quel primo calcio e la successiva partita nel cortile trasmetto loro un grande senso di libertà, ci credono, si allenano, affinano la tecnica e si distribuiscono i ruoli: cominciano a disputare delle vere partite.
Il calcio femminile, in assenza di quello maschile, vive una sua prima stagione importante, ma non riuscirà a decollare: finita la guerra tornerà a essere una prerogativa maschile.
Una storia vera in cui si raccontano le vite di undici donne, “ognuna con la sua idiosincrasia, il suo sogno, la sua paura. Alternando leggerezza, ironia e commozione, si viene travolti dalla dirompente epopea del gruppo di pioniere che ha osato sfidare gli uomini sul terreno maschile per eccellenza: il campo da calcio”.
Le favolose 11 è una brillante rilettura e interpretazione teatrale del libro di Stefano Massini, Ladies Football Club, a cura di Anastasia Astolfi.
Anastasia è un’attrice, regista e dramaturg. Nel 2000 fonda l’Associazione TEATROinMOVIMENTO e conduce laboratori di teatro, movimento, scrittura creativa, di consulenza artistica e si muove in più direzioni quali il teatro, sociale e itinerante nelle scuole, tecnica d’attore, di figura, teatro danza, narrazione.
Una professionista seria e appassionata del suo lavoro capace di tenere lo spettatore per circa un’ora e mezza di monologo e far sembrare la scena densa di personaggi, dove anche i silenzi diventano importanti, “perché c’è sempre silenzio quando il caso e l’umanità si incontrano”. Capace di far arrivare il messaggio vero di questa storia, capace di raccontare come un calcio dato ad un pallone possa scaturire “dalla fame di spazio, di azione, di ribalta, un calcio che si trasforma in atto politico, inatteso e necessario. Nessuno aveva mai osato prima d’allora appropriarsi di quel mondo tanto maschile e affascinante. Nessuno prima di allora aveva beffato con tanta determinazione la supremazia dell’uomo … Certi momenti sono spartiacque, certe decisioni rivoluzioni. Un calcio al pallone, un atto politico”.
Noi de GliEroidelCalcio ieri sera abbiamo avuto l’onore di poter assistere allo spettacolo e di poter scambiare qualche battuta con Anastasia Astolfi.
“In realtà non ho mai seguito il calcio in maniera importante”, ci dice Anastasia, “vengo da una famiglia dove i rombi della Formula 1 erano lo sport più seguito … normalmente poi chi ama i motori non ama il pallone. Conosco molte persone che seguono il calcio, amici ed amiche, ma io non ho mai provato una passione verso questo sport … “
Se così è, allora, come arriviamo alla storia che l’attrice porta in scena …” Ho conosciuto questa vicenda per caso, leggendo il libro di Stefano Massini, Ladies Football Club, la cui sinossi mi incuriosì. La storia poi mi piacque molto … di più: l’ho fatta mia. Ci fu una sorta d’ispirazione immediata. Decisi che nella storia c’era un messaggio troppo importante per non coglierlo, e io sarei stata il tramite per poterlo veicolare… una storia dove c’è grande intensità, forza, stupore e anche malizia … probabilmente caratteristiche delle donne. Mi divertiva l’idea di portare tutto ciò in scena…”.
Parlare di calcio, anche se solo come sfondo della vicenda umana, non deve essere facilissimo per chi ha dichiarato di non averlo seguito poi così tanto …
“Mi sono preparata ascoltando le telecronache delle partite, per poter utilizzare un vocabolario appropriato … ho cominciato anche a giocare a calcio con una mia amica che gioca abitualmente. Insomma mi sono calata nella storia anche dal punto di vista “tecnico”. Poi c’è stato il classico lavoro di “riduzione” del testo del romanzo per poterlo concentrare, preservando i punti salienti, su di un palco, la classica ricostruzione teatrale in cui bisogna tener conto anche dello spazio scenico e della durata del monologo. Ho colto la drammaticità ludica: era un gioco quello che mancava per dare a delle donne in ricerca di un riscatto, di un ruolo “altro” rispetto al solito, ai ruoli della donna sino a quel momento, una possibilità. Sono queste passioni e energie che cambiano la storia … mi sono responsabilizzata nel metterla in scena”.
Oggi e domani lo spettacolo andrà in replica … non lo perdete … dove?