GLIEROIDELCALCIO.COM (Federico Baranello) – “La passione per il collezionismo la coltivo sin da piccolo quando, con mio padre, andavo a vedere le partite casalinghe dell’Udinese, la squadra della mia città d’origine. Erano gli anni ‘70 e ricordo con nostalgica memoria, che conservavo gelosamente tutti i biglietti e i programmi delle partite cui assistevo”.
Inizia così il nostro incontro con Antonello Schiavello, tifosissimo e collezionista di cimeli dei bianconeri friulani.
Antonello è un cinquantaduenne di Udine, trasferitosi a Levane in provincia di Arezzo nel 1995 per “inseguire i suoi sogni”: l’amore per Lucia, sua moglie. Ora è perfettamente integrato in questa sua “seconda” terra, che l’ha accolto e alla quale è grato, pur mantenendo una sana nostalgia verso la terra d’origine. E proprio la nostalgia ricorre nelle parole e nel tono di quest’uomo, una voce pacata, ma ferma e decisa: “Sono cresciuto dando calci ad un pallone, com’era normale all’epoca per dei bambini. Collezionavo le figurine e ascoltavo “Tutto il calcio minuto per minuto”. Giocavamo a pallone in cortile sotto casa nella piazzetta antistante dove c’era un negozio di abbigliamento, la cui vetrina, protetta dalla saracinesca, era la nostra porta. Di tanto in tanto facevamo suonare l’allarme a forza di pallonate. Non è necessario raccontare i danni fatti e i rimproveri presi nel corso del tempo. Ovviamente quello era uno dei tanti luoghi dove passavamo il tempo con il nostro miglior amico: il pallone. Si giocava ovunque ci fossero due metri di terra o di prato. Ci si andava a dormire con il pallone. Quando poi ero più grandicello, ci si affrontava tra squadre di quartiere dando vita così a dei tornei bellissimi. Poi andai a giocare con il “San Gottardo di Udine”, ero un’ala sinistra, ero bravo eh…”. Vista la serietà che riconosciamo al nostro interlocutore, c’è da credergli.
“Purtroppo non andavo bene a scuola”, continua Antonello, “e la mia famiglia mi fece lasciare il calcio, a me che avevo in testa solo quello. Con mio padre andavamo al vecchio Stadio Moretti a vedere l’Udinese, anche se io all’epoca avevo una grandissima passione per il Milan, ammiravo Gianni Rivera. In quel periodo, un giorno, senza sapere come, sono riuscito a entrare dentro lo spogliatoio del Milan. Certo non c’erano gli sbarramenti che ci sono ora, quindi immagino sia stato più facile. Mi riportarono fuori Albertosi e Rivera: incredibile. In quegli anni l’Udinese era in serie C ed io andavo a vedere alcune amichevoli di prestigio. Poi la promozione in B del 1977/78 e quella in A del 1978/79. Poi arrivò Zico, e il mondo non fu più come prima… cominciai a frequentare la curva e seguire il movimento Ultrà, pur rimanendone sempre un po’ defilato. In maniera inconsapevole cominciai a raccogliere da terra anche i tagliandi usati da altri spettatori, oltre a conservare i miei. Non sapevo ancora che proprio grazie a quei primi biglietti sarebbe iniziato il mio fantastico viaggio all’interno di un mondo affascinante, pregno di passione autentica: il mondo del collezionismo. Un viaggio che ancora sto facendo. All’epoca non esisteva il collezionismo o comunque non era diffuso, oggi invece è diventato un business e qualcuno cerca di approfittarsi della nostra passione provando a ingannare i veri collezionisti”. C’è sincero rammarico per questo da parte di Antonello.
“Mi sono reso conto di essere un collezionista nei primi anni ’90, quando ho cominciato a guardare le cose che avevo accumulato. Non l’ho deciso di collezionare, mi ci sono ritrovato piano piano. Da quel momento, cioè da quando ho realizzato di esserlo, ho iniziato ad avere un approccio metodico”. Una metodologia che ha portato Antonello ad avere oltre 300 maglie da gioco indossate, 200 distintivi, 150 gagliardetti, palloni, scarpe, statue, sciarpe, libri, giornali e riviste, 1500 tra cartoline e fotografie, monete e medaglie e materiale della Curva Nord.
Nella collezione sono presenti anche le Tessere degli anni ’20 e biglietti oltre a tute, figurine e abbonamenti.
“Tra le maglie che valgono di più, c’è sicuramente quella di Zico utilizzata a Torino contro la Juventus nell’83/84, quella blu, bellissima. Ho ricevuto tante richieste e offerte per quella maglia, ma per me conta il valore affettivo non quello economico. Altro pezzo cui sono molto legato è il contratto di un giocatore che qualcuno ha anche definito “bidone” e/o “meteora, ha avuto invece una media partita ottima: Herbert Neumann. Sono riuscito a recuperare il suo contratto relativo alla stagione 1980/81, con l’importo ben visibile, 100 milioni del vecchio conio, e le firme oltre che del giocatore anche dell’Amministratore Delegato dell’Udinese che all’epoca era Franco Dal Cin. Un “pezzo” a cui sono legato molto più che a una maglia, davvero importante per me”. Qui Antonello fa una pausa, evidentemente si gode ancora questa reliquia dopo averne parlato. A domanda precisa poi risponde: “Il mio sogno? Una maglia anni 40 … questo è il mio desiderio da collezionista dell’Udinese. Colgo anche l’occasione per ringraziare mia moglie Lucia, davvero una pazienza infinita. E’ lei che durante le mostre mi aiuta, mi supporta e mi sopporta. Certo, quando vede che ancora arriva della corrispondenza con delle “cose” si domanda “Ma dove le mettiamo? … prima o poi dovremmo uscire noi da casa”.
Antonello ha una collezione spaventosa, ed è anche molto scrupoloso come lui stesso ammette: “Sono molto pignolo, per esempio le figurine devono essere tutte originali con la velina, nessuna da recupero entra nella mia collezione. Discorso diverso ovviamente per quelle che si attaccavano con la colla”.
Il nostro amico poi si sofferma su una “sezione” molto particolare della sua collezione…”Si tratta di qualcosa di unico nel suo genere, firmata subbuteo. Dal 1896, anno di nascita dell’Udinese, e sino ad oggi, ho conferito incarico a un maestro di Firenze di ricreare, fedelmente in ogni particolare, un giocatore del Subbuteo per ogni stagione sportiva con la maglia della società friulana. Inoltre, ho fatto creare altre “pedine” con le seconde, terze e maglie speciali, nonché i palloni particolari e storici utilizzati dalla squadra. Ora possiedo una preziosissima e unica “storia della maglia” dell’Udinese in versione subbuteo. Credo davvero di essere l’unico collezionista in Italia a possedere una simile raccolta. Chiaramente nei prossimi anni la collezione sarà aggiornata con la creazione di nuovi “calciatori” che vestiranno le nuove maglie”.
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Nel 2016 il nostro amico ha anche organizzato una mostra: “A Montevarchi, provincia di Arezzo, ho voluto rendere omaggio al club in occasione dei suoi 120 anni di storia. Una mostra importante per me in un contesto che non era nella regione di appartenenza della squadra, credo caso più unico che raro, sicuramente insolito. Per me è stato importante far conoscere una realtà diversa dalla Fiorentina ai ragazzi, infatti, sono venute molte scuole calcio locali, oltre a ex calciatori come Calori e “Ciccio” Graziani. Insomma mi sono ritrovato in molti servizi media-giornalistici della regione, un grande successo e una soddisfazione enorme. Per l’occasione mi sono premurato di offrire alcuni prodotti tipici friulani. Insomma per alcuni giorni il Friuli è stato in Toscana”.
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Quello che per noi è assolutamente chiaro è che quel bambino che raccoglieva da terra i biglietti delle partite esiste ancora. È nascosto dietro le sembianze di un uomo, ma è ancora lì. Quel bambino non perde occasione per incrementare la sua raccolta e accorciare in qualche modo la distanza con la sua terra d’origine. Un rapporto con la sua collezione, e gli oggetti a essa riferiti, che vanno oltre il semplice possesso, un legame che allevia la nostalgia.
“Grazie a questa mia passione ho avuto la possibilità di conoscere tantissima gente appassionata con la quale condividere idee e realizzare progetti più o meno importanti. Ho conosciuto tanti ex calciatori e dirigenti dell’Udinese tramite i quali sono riuscito ad avere alcuni oggetti o maglie. E poi la mia costante e mirata ricerca in ogni “dove”.
“Udinese nella pelle, per la vita e, domani lassù… nel paradiso fra le stelle…” (Antonello Schiavello)
Nello SlideShow ancora tanti oggetti della collezione di Antonello, e parliamo di una piccolissima parte…