Oggi, dopo la favola abruzzese del Francavilla, ritorniamo in Lombardia per raccontare il doppio salto del Brescia di Antonio Pasinato dalla serie C1 alla serie A.
Le rondinelle, infatti, sprofondate in terza serie nel 1982, risalirono in due sole stagioni (1984-85 e 1985-86) nella massima serie.
La maglia che presento, appartiene alla stagione 1985-86, appunto quella della promozione dalla B alla A e proprio questo modello di maglia fu usato anche nella partita giocata il 1° giugno 1986 al Sant’Elia di Cagliari, persa dal Brescia 2-0, ma che diede ai lombardi la certezza aritmetica del passaggio in serie A. Nel fermo immagine tratto dal video della partita, si vede l’attaccante Stefano Mariani, il “proprietario” di questa maglia, indossarla con il numero 11 a manica corta.
Stefano Mariani durante la partita promozione di Cagliari
Non è certo l’unica partita in cui questa maglia fu indossata, certamente anche nella trasferta di Catania, prima di campionato dell’8 settembre 1985 (altra sconfitta 2-1) ed in occasione della trasferta del 29 marzo 1986 al “Dall’Ara” di Bologna con pareggio finale di 1-1 (gol di Renzo Gobbo qui sotto in foto che esulta dopo il gol del pareggio).
La maglia è stata prodotta dall’azienda locale Gazelle (che forniva diversi club della zona, tra cui anche il Lumezzane e l’Ospitaletto ad esempio): quella del 1985-86 è anche un’annata di svolta per le maglie delle Rondinelle. E’, infatti, abbandonata la lanetta in favore del raso, un tessuto più moderno e forse più confortevole per i giocatori che le indossavano.
Il Brescia 1985-86
Si tratta ancora di una maglia ibrida: residuano infatti delle parti in lanetta nel colletto e nei bordi manica, (entrambi bianchi con una striscia azzurra), dove si concentrava la maggiore sudorazione dei calciatori. Un’altra particolarità di questa maglia è il fatto che il logo della Gazelle, appunto una gazzella stilizzata, si trovava nella parte destra della maglia e in misura più grande rispetto a quella che compare invece, in una toppa termosaldata nella parte sinistra della maglia. Il logo Gazelle più grande è stato poi coperto da un’altra toppa con lo stemma con la scritta “Brescia Calcio” ed il leone stilizzato, in omaggio al leone azzurro che troviamo sullo stemma della città lombarda. Lo stesso leone stilizzato lo troviamo al centro della maglia e, più piccola, anche su entrambe le maniche.
Il marchio Gazelle coperto
La maglia reca anche la caratteristica “V”, introdotta nel 1927, che deriva da “Voluntas”, il nome di un’antica società podistica che aveva la gestione dello “Stadium” sito in Via Bazzini: dato che la società non aveva molta disponibilità economica, si trovò questo compromesso di far inserire sulle maglie la lettera iniziale della società Voluntas in cambio dell’utilizzo dell’impianto sportivo: una sorta di arcaica sponsorizzazione. La “V” scomparve e riapparve in diversi successivi periodi della storia biancazzurra, per poi essere reintrodotta sotto la presidenza di Gino Corioni.
Lo sponsor commerciale, quello vero è proprio, era la società di leasing locale Fin-Eco, già presente sulle maglie biancazzurre dalla stagione 1983-84. Il numero 11 è in plastichina. Come detto, questo numero era abitualmente indossato da Stefano Mariani, attaccante massese, che restò a Brescia solamente quella stagione ma che diede il suo contributo di 4 gol alla promozione. Da ricordare, di quella squadra, il bomber Tullio Gritti, vicecapocannoniere del campionato alle spalle di Oliviero Garlini, il futuro parmense Daniele Zoratto, l’ex piacentino Gianpietro Piovani, ora tecnico del Sassuolo femminile e l’ex aquilotto Riccardo Maritozzi. In quella stagione, il Brescia si classificò secondo in classifica con 47 punti alle spalle dell’Ascoli di Vujadin Boskov.