Questa settimana propongo una maglia davvero storica, risalente alla stagione 1981-82 in cui, come noto, comparvero gli sponsor commerciali sulle maglie dei club italiani
per GLIEROIDELCALCIO.COM Enrico Di Mauro
La maglia è quella del Cagliari che in quelle stagioni, rispetto a quelle successive, utilizzava prevalentemente la maglia bianca come prima maglia e la rossoblù spesso come seconda maglia. Questa maglia compare sia nelle foto degli album Panini, sia in campo, in occasione della gara interna con l’Inter del 4 ottobre 1981.
La maglia è molto bella è semplice, in lanetta, con colletto con base rossoblù e bordo manica anch’esso rossoblù. Si può notare una scucitura alla base del colletto, tipico segno di utilizzo della maglia dato che spesso il giocatore che la utilizzava lo tagliava, forse per una maggiore comodità.
La maglia rece il caratteristico scudetto con i quattro mori, in omaggio alla bandiera della Sardegna, retaggio degli Aragonesi, che dominarono l’isola dal 1324 al 1479 e una delle tante teorie sull’origine di questo stemma starebbe a celebrare le quattro vittorie contro i Saraceni riportate dagli Aragonesi, a Saragozza, Murcia, Valencia e alle Baleari.
Lo sponsor commerciale è ovviamente il primo storico sulle maglie del Cagliari, si tratta dell’azienda emiliana di ceramiche e piastrelle Ariostea, che accompagnerà i rossoblù anche nella stagione successiva 1982-83 e sarà anche partner commerciale del Torino per l’annata 1983-84.
Album Panini 1981-82 con questo modello di maglia
Il numero 8, di colore rosso sul retro, in tessuto, era quasi sempre peculiarità del centrocampista Roberto Quagliozzi da Pontecorvo (FR), uno che ha speso il grosso della sua carriera in rossoblù e che visse la sua migliore stagione in Sardegna proprio nella stagione 1981-82 con i suoi cinque gol pesantissimi, in particolare quelli realizzati al Sant’Elia contro le dirette concorrenti Genoa e Milan e quello del Meazza nella vittoria esterna contro l’Inter. Quagliozzi rimase calcisticamente in Sardegna dal 1974 al 1985, terminando la carriera all’Ancona nel 1986 ma è a tutti gli effetti un cagliaritano adottivo, scegliendo di vivere a Cagliari anche dopo aver appeso le scarpette al chiodo.
La squadra rossoblù, allenata dal “Barone” Paolo Carosi raggiunse una soffertissima salvezza sul finale di stagione nella famosa partita del Sant’Elia del 16 maggio 1982 finita a reti inviolate, in cui il Cagliari si giocava la salvezza e la Fiorentina di Antognoni e Graziani lo scudetto, poi vinto dalla Juve vittoriosa a Catanzaro. Fu un turno di campionato incredibile, in cui tra scontri incrociati, sia lo scudetto che la zona retrocessione furono decisi all’ultima giornata. Grazie a quel pareggio, i sardi si salvarono a scapito del Bologna e del Milan, condannato anche dal pareggio di Mario Faccenda su papera sospetta del giaguaro Castellini in Napoli-Genoa finita 2-2, che fece salvare anche il Grifone e fece iniziare un gemellaggio storico tra genoani e napoletani, recentemente interrotto.
Gli isolani chiusero al dodicesimo posto finale e costruirono la loro salvezza soprattutto con il rendimento in casa (fondamentali le vittorie contro Como e Genoa sul finale di stagione) e con i gol della coppia Gigi Piras e Franco Selvaggi, futuro campione del mondo in Spagna solo qualche mese dopo. Di quella bella squadra ricordiamo anche gli indimenticati Silvio Longobucco ed Amedeo Baldizzone, il capitano Mario Brugnera, Claudio Azzali e Maurizio Restelli, in foto con questo modello di maglia.