Oggi presento una bella e rara maglia del Como. Si tratta della prima della stagione 1981-82 in cui compare per la prima volta lo sponsor commerciale sulle divise biancoblu, la Fantic Motor. Un’azienda motociclistica che in quel periodo aveva sede a Barzago in provincia di Como. Ora invece fa parte della provincia di Lecco.
A produrre le maglie per quella stagione, come in quella precedente, fu la Superga. Lo sponsor realizzò due versioni. Una in raso come questa in mio possesso e l’altra in lanetta. I colori utilizzati furono il blu per la prima maglia, il bianco per la seconda maglia ed il rosso per la terza. La prima squadra usava quest’ultima solo nella versione a manica lunga. Mentre in lanetta nella trasferta persa 4-0 a Milano contro l’Inter.
Stesso modello usato in Como-Bologna 2-2, di spalle il compianto Adriano Lombardi
Questo in mio possesso è invece un modello utilizzato ad inizio e fine campionato (in foto alcune immagini della trasferta di Torino con la Juve in cui fu indossato questo modello di maglia). Le sue particolarità sono di avere una striscia bianca in corrispondenza delle spalle, mentre il resto della maglia è blu. Lo sponsor Fantic Motor è stampato in vernicetta sulla maglia; lo stemma del Como richiama quello del Comune ed è uno scudo rosso in cui è incisa una croce, lo troviamo a sinistra, cucito sopra lo sponsor mentre dal lato opposto c’è il logo della Superga. Il numero 4 è cubitale in vellutino ed è stato indossato da vari giocatori, tra cui Roberto Galia, futuro bianconero, Roberto Soldà e Massimo Mancini.
La stagione dei lariani
Tornando alla stagione della mia maglia, come detto, i lariani salutarono mestamente la serie A dopo un campionato davvero disastroso, con il peggiore attacco, difesa e differenza reti e maggior numero di sconfitte. Il Como collezionò tre soli successi, tutti al “Sinigaglia” contro Cagliari, Cesena e il derelitto Milan che fece compagnia ai lariani in fondo alla classifica.
I giocatori di spalle nella gara di Torino contro la Juventus (27 settembre 1981)
Il Como pagò qualche cessione eccellente come quella del giovane “Zar” Pietro Vierchowod, non rimpiazzati adeguatamente dai nuovi arrivi come la meteora austriaca Mirnegg e anche la sterilità del proprio attacco: fu una stagione opaca per il bomber Marco Nicoletti, autore di sole quattro realizzazioni in campionato. In quella squadra c’erano però giovani interessanti che poi avrebbero avuto una carriera ad alti livelli, tra questi, lo sfortunato Stefano Borgonovo, campione d’Europa col Milan di Sacchi, Luca Fusi, scudettato con il Napoli di Maradona nel 1990 e Mimmo Di Carlo, bandiera del Vicenza di Guidolin, poi ceduto al Treviso.