La maglia di questa settimana continua il breve filone di maglie Pouchain, inaugurato la scorsa settimana con la bellissima maglia del Taranto della stagione 1980-81.
Anche questa è una fantastica maglia della stagione 1980-81, ma, rispetto alla scorsa settimana ci spostiamo di una categoria, dalla serie B alla C1 girone B e geograficamente di circa un’ottantina di chilometri, dalla città dei due mari a quella dei sassi, la bellissima Matera.
Anche il Matera, come il Taranto, utilizzò per poche partite della stagione 1980-81 le maglie prodotte da Pouchain.
Grazie all’aiuto del mio amico Sandro Veglia, fotografo ufficiale della squadra lucana, nonché storico e maggior collezionista di cimeli sportivi del Matera, possiamo affermare con certezza che la maglia oggi in condivisione fu utilizzata nelle sfide interne giocate allo stadio “XXI Settembre” (ora intitolato anche allo storico presidente Franco Salerno) contro la Nocerina (0-0 il 12 ottobre 1980) ed Arezzo (vittoria per 3-2 il 26 ottobre 1980). Fu utilizzato anche un modello da trasferta blu con una banda biancorossa all’altezza delle spalle nella sfida interna contro il Francavilla (0-0 il 2 novembre 1980).
La formazione scesa in campo nella sfida contro l’Arezzo il 26 ottobre 1980
Matera-Nocerina, partita del 12 ottobre 1980. Foto tratta dal sito Matera Calcio Story
La Pouchain blu versione “away”, utilizzata in Matera-Francavilla del 2 novembre 1980
La maglia ha le caratteristiche del tutto simili a quelle già illustrate per la maglia del Taranto: anche questa ha lo scollo a V, una banda azzurra all’altezza delle spalle e una striscia orizzontale blu, il colore azzurro della banda superiore è richiamato anche dai polsini della maglia. Troviamo anche qui ovviamente il “pesciolino”, vale a dire la P di Pouchain ricamata in nero e a sinistra la toppa con lo stemma del Matera, anche in questo caso un animale, il bue stilizzato, anche questo disegnato da Piero Gratton, il simbolo della squadra e della città, presente nello stemma comunale che di seguito andremo a descrivere.
La creazione dello stemma di Matera risale all’incirca al periodo medioevale, età storica in cui era necessario un simbolo per rappresentare ciascuna cittadina. Nello stemma è raffigurato un bue con in bocca tre spighe di grano.
Lo stemma del club, il bue
Lo stemma del Comune di Matera
Secondo una interpretazione che ho ritrovato sul sito Wikimatera.it, la scelta del bue non sarebbe casuale; questo animale, oltre ad essere tipico del territorio materano, indicherebbe come i materani siano allo stesso tempo un popolo di grandi lavoratori ed un popolo di gente mite; da qui la metafora con il bue, animale utile nei lavori pesanti nei campi ed allo stesso tempo mansueto. Le tre spighe di grano sottolineano le due attività principali che caratterizzavano la città: la pastorizia e la coltivazione del frumento. Sopra il bue è presente l’iniziale “M” di Matera e la corona gigliata Angioina, quest’ultima inserita nel 1663, anno in cui la città divenne sede di Regia Udienza uscendo dalla provincia di Terra d’Otranto.
Nella parte inferiore dello stemma vi è la scritta: “Bos Lassus Firmius Figit Pedem”, vale a dire “Il bue stanco affonda il passo più fermamente. La scritta, secondo questa ricostruzione, sembra un chiaro riferimento alla ribellione del popolo materano nei confronti dell’odiato Conte Gian Carlo Tramontano. Il significato è emblematico: un popolo “stanco” di subire continue ingiustizie per mano del suo tiranno agisce con più forza. La ribellione culminò infatti con l’uccisione del Conte Tramontano il 29 dicembre del 1514 e permise ai materani di riconquistare la propria dignità e la propria libertà. Avvolgono lo stemma due rami, uno di quercia l’altro di alloro.
Il numero quattro è serigrafato in rosso e risulta un po’ consumato dai lavaggi a cui la maglia deve essere stata sottoposta.
Il numero 4 era di solito indossato dal difensore materano doc Angelo Angelino che ha trascorso praticamente la sua carriera tra le file del club biancazzurro.
Come per il Taranto, le divise Pouchain non furono di buon auspicio per il club del presidente Salerno che retrocesse in serie C2 a fine campionato.
La stagione del Matera già di per sé pessima, si concluse in modo tragico. I biancazzurri furono attoniti spettatori di quella che è la peggiore tragedia avvenuta in uno stadio italiano: il rogo del Ballarin, avvenuto il 7 giugno del 1981. Quel giorno il Matera, infatti, in quella che era l’ultima gara di campionato, era ospite della Sambenedettese di Nedo Sonetti a cui serviva un punto per essere matematicamente promossa in serie B insieme alla Cavese di mister Santin. Purtroppo molti pezzi di carta portati allo stadio dai tifosi della curva sud della Sambenedettese per le coreografie prima dell’inizio della gara, a causa del forte caldo di quel giorno e del forte vento di scirocco, cominciarono a prendere fuoco e le fiamme divennero ben presto incontenibili, creando il panico nel settore. Ad avere purtroppo la peggio furono due giovani tifose marchigiane, Carla Bisirri e Maria Teresa Napoleoni che non sopravvissero alle gravi ustioni riportate. A loro va una preghiera e la dedica del post di oggi.
Grazie all’amico Sandro, senza il quale mai avrei potuto aggiungere questa straordinaria maglia alla mia personale raccolta!
Il rogo dello stadio Fratelli Ballarin
Il bellissimo murales allo stadio Fratello Ballarin dedicato alle due giovani vittime del rogo, Carla Bisirri e Maria Teresa Napoleoni
Classe 1981, sposato con Federica, svolge la sua attività professionale presso una società multinazionale nel settore “Legale”. Appassionato di calcio con un cuore diviso a metà: la Cavese e il Napoli.
Collezionista di maglie preparate/indossate da club italiani e nazionali maggiori negli anni ‘70 e ’80.
Per GliEroidelCalcio racconta la sua collezione ...