Gli Eroi del Collezionismo

Una maglia, una storia … la Nazionale dell’Unione Sovietica del 1973

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Oggi torniamo a parlare di una meravigliosa maglia, quella della Nazionale dell’Unione Sovietica del 1973

Era l’ultima grande nazione scomparsa a mancare in collezione e dopo averne sfiorate alcune tante volte, finalmente sono riuscito a portarla a casa. Pertanto dopo la Jugoslavia, la Germania Est, la Cecoslovacchia, ora anche la grande Unione Sovietica è finalmente e degnamente rappresentata nella mia raccolta personale.

È una bellissima maglia degli anni 70, molto semplice e artigianale, il che riflette molto l’epoca in cui fu indossata, in piena guerra fredda e con un regime molto rigido e rigoroso soprattutto nella condivisione di beni non di primaria necessità e soprattutto di provenienza occidentale. La maglia infatti è proprio artigianale, non è stata prodotta da nessun maglificio noto, né tantomeno quelli che rifornivano le squadre dell’Ovest; è di un cotone abbastanza dozzinale, larga ma non molto lunga, ovviamente ciò anche ai segni del tempo e reca la scritta in alfabeto cirillico CCCP, vale a dire l’acronimo delle parole russe Сою́з Сове́тских Социалисти́ческих Респу́блик, cioè Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche.

Il numero 6 è bellissimo, dello stesso materiale della scritta CCCP, in feltro, cucito come la scritta in modo lineare e oserei dire anche qui in modo molto grossolano.

Trovare una maglia dell’URSS degli anni 70 è cosa abbastanza rara ed è confermato dall’incredibile storia che ha questa maglia, raccontata direttamente dal suo precedente proprietario, un ex calciatore della nazionale svedese. Era infatti assolutamente vietato dal regime comunista avere ogni genere di contatto con i calciatori delle squadre avversarie, specie quelle occidentali e soprattutto scambiare la maglia. È una storia che ho già sentito ad esempio per le maglie dell’Albania, dove il regime proibiva (credo anche per una questione economica) lo scambio di maglia con gli avversari. Per mia fortuna invece, l’8 agosto del 1973, dopo l’amichevole tra Unione Sovietica e Svezia, finita 0-0, il calciatore svedese da cui proviene la mia maglia si accordò con il sovietico Viktor Kuznetzov per lo scambio delle rispettive maglie e per farlo, organizzarono lo scambio nei sotterranei dello Stadio Centrale Lenin (ora stadio Luzhniki), lontano da occhi indiscreti per evitare spiacevoli sanzioni per il calciatore ospitante. Insieme alla maglia, il calciatore svedese ottenne anche il poster del match e un gagliardetto con lo stemma sovietico.

Viktor Kuznetzov è uno dei tanti calciatori originari dell’Ucraina che componevano quella nazionale, il più famoso era certamente Oleg Blochin, pallone d’oro del 1975 e bandiera della Dinamo Kiev del colonnello Valerij Lobanovski, presente in campo quell’8 agosto 1973. Kuznetzov vestì la maglia dell’Unione Sovietica otto volte, l’ultima delle quali fu l’andata dello spareggio di qualificazione ai campionati del mondo di Germania 1974 contro il Cile, terminata 0-0 il 26 settembre 1973, sempre nello stesso stadio. La nazionale sovietica si rifiutò di giocare l’incontro di ritorno, previsto per il 21 novembre 1973 all’Estadio Nacional de Chile di Santiago, perché la struttura era stata utilizzata dal regime militare cileno di Augusto Pinochet come campo di concentramento e di tortura dei dissidenti dopo il golpe dell’11 settembre. La richiesta sovietica di disputare l’incontro in campo neutro fu respinta dalla FIFA e la squadra non si presentò. I cileni erano regolarmente in campo e la partita ebbe inizio con una sola squadra; dopo la rete siglata nei primi secondi dai cileni, l’arbitro interruppe l’incontro che fu dato vinto a tavolino per 2-0 al Cile.

Un eterno ringraziamento agli amici Mattia e David che mi hanno permesso, dopo esattamente quasi cinquant’anni da quella partita, di ricevere questi tre preziosi e storici cimeli.

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