Sono sicuro che questa maglia farà emozionare gli appassionati del calcio romantico che fu…
per GLIEROIDELCALCIO.COM Enrico Di Mauro
Era anche il calcio delle cosiddette provinciali che molto spesso facevano gli sgambetti agli squadroni più titolati d’Italia.
È proprio il caso dell’Ascoli 1982/83 di Carletto Mazzone che costruì la sua salvezza thriller anche grazie al successo interno 2-0 sulla Juventus di Platini campione d’Italia l’anno precedente.
Salvezza thriller dicevo, perché per la permanenza del Picchio in serie A fu decisiva la vittoria 2-0 ai danni del Cagliari in un drammatico scontro salvezza che vide i sardi salutare la massima serie. I tifosi ascolani, (quel giorno erano in 37.000 al Del Duca) ricorderanno tutti l’urlo liberatorio sotto la curva bianconera di Enrico Nicolini che segnò il gol della tranquillità al minuto ’86 di quella sfida con un bellissimo pallonetto da fuori area, dopo aver salvato poco prima i suoi dal pareggio ospite con un salvataggio sulla linea.
Ascoli-Cagliari, la partita decisiva per la salvezza. Poli e Gasparini
Se si pensa alla squadra picena non si può non pensare all’amatissimo presidente Rozzi, alle sue esultanze in campo, ai riti scaramantici come l’indossare i suoi celebri calzini rossi, ai contratti firmati con il suo omologo Anconetani sui tovaglioli di carta al ristorante e al suo amore smisurato per squadra e città che tuttora lo ama e lo ricorda di continuo.
Ed è per questo che sono felice ed onorato nel possedere una maglia dell’Ascoli di quegli anni: una bellissima maglia in lanetta prodotta e sponsorizzata dalla Pop84, l’azienda di abbigliamento di Pettoranello (Isernia) definita ai tempi la Fiat del Molise dato che impiegava 8000 persone circa nei tempi d’oro.
Si tratta di un modello simile a quello usato nell’ultima partita di campionato ma con la differenza delle righe più larghe. La maglia reca la toppa dello sponsor Pop84 cucita, così come lo stemma giallo dell’azienda molisana, famosa soprattutto per i jeans dell’epoca, cucito un po’ più sopra dello sponsor. Molto particolare il numero, in similpelle, cucito su un riquadro nero, a sua volta cucito alla maglia, una roba molto artigianale!
Lo stesso modello di maglia è stato usato nelle trasferte contro Fiorentina, Verona e Genoa e nel match interno contro il Catanzaro, anche se l’Ascoli in queste partite usò una muta a manica lunga. Nelle foto vediamo Walter Novellino nella trasferta scaligera, Greco in un’azione del match a Firenze e Francesco Scorsa di spalle contro i liguri.
Ed è proprio il baffuto difensore calabrese ma cresciuto calcisticamente nel Bologna, che indossava di solito la maglia numero 4. Scorsa ha passato ad Ascoli la maggior parte della propria carriera dal 1974 fino al 1983, chiudendo poi la sua carriera a Ravenna.