Questa settimana è il turno di una delle più iconiche maglie degli anni Ottanta, quella del Verona scudettato della stagione 1985-86.
Maglia di una bellezza incredibile nella sua semplicità, testimonianza di un evento più unico che raro, vale a dire la vittoria dello scudetto da parte di una cosiddetta “provinciale”, cioè una squadra che non è espressione delle varie grandi città metropolitane italiane.
Con i debiti paragoni, l’Hellas, vincitore del campionato italiano del 1984-85, fu precursore ed antesignano del Leicester di Claudio Ranieri che fece la stessa impresa 30 anni dopo nella stagione 2015-16 con la vittoria in Premier League.
La maglia appartenente alla mia collezione è un modello simile a quello utilizzato la stagione precedente ma abbastanza raro in quanto utilizzato in poche occasioni e precisamente:
I) Il Torneo amichevole di Amsterdam nelle sfide perse contro l’Ajax il 9 agosto 1985 (2-0) e i baschi dell’Athletic Bilbao l’11 agosto 1985 (1-0);
II) La vittoria in campionato (1-0) contro il Milan il 27 ottobre 1985;
III) Il pareggio interno (1-1) contro l’Udinese del 6 aprile 1986;
IV) La netta sconfitta del “Della Vittoria” contro il Bari (3-1) nella trasferta di sette giorni dopo del 13 aprile 1986.
La base della maglia è l’iconico modello “Ventex” prodotto da Adidas, di colore blu scuro e con le righine verticali (pin-stripes) gialle. La maglia è impreziosita dallo scudetto cucito sopra il celebre sponsor Canon, il famoso brand giapponese comparso sulle maglie scaligere già a partire dalla stagione 1981-82. Lo stemma sociale con i due mastini, per questa stagione “trasloca” in basso, sotto lo sponsor e lascia appunto lo spazio al tricolore; da notare che lo stemma su questa maglia non risulta cucito ma stampato in vernicetta gialla come il logo Adidas.
Il numero 14 sul retro è anch’esso applicato in plastica sottile.
Quella stagione l’Hellas utilizzò davvero tante diverse tipologie di maglia: un modello molto simile a questo fu utilizzato nelle partite di Coppa Campioni, con la sola differenza costituita dall’assenza dello stemma con i mastini a causa delle normative UEFA che vietavano la presenza di più di un simbolo oltre allo sponsor e al logo dello sponsor tecnico.
Come noto, la stagione 1985-86 non fu esaltante come la precedente per i colori gialloblù: i ragazzi di Bagnoli furono autori di un campionato anonimo, finito al decimo posto a soli cinque punti dal retrocesso Pisa, in cui arrivarono anche due grossi rovesci nelle trasferte di Udine e Napoli con il celebre gol da centrocampo di Maradona che beffò il povero Giuliano Giuliani.
Il numero 14 nelle partite sopra citate fu utilizzato da vari giocatori tra cui Gianluigi Galbagini, Fabio Marangon e soprattutto l’ex centrocampista di Avellino e Juventus Beniamino Vignola.