Per il consueto appuntamento settimanale delle maglie della mia collezione, ritorno con un grande classico degli anni 80: la maglia del Napoli 1987-88 con lo scudetto e la coccarda di squadra detentrice della Coppa Italia.
Qualche settimana fa, avevo presentato un modello simile, la maglia di Bruno Giordano in acrilico leggero: questa volta la maglia è ancora più classica, in lanetta pesante e di un giocatore meno appariscente di Bruno Giordano ma molto storico, per aver trascorso ben undici stagioni con i colori azzurri.
Il calciatore in questione è Moreno Ferrario: classe 1959 da Lainate, in provincia di Milano, cresciuto nelle giovanili del Legnano, passò poi nelle file del Varese da cui, poi, il Napoli di Ferlaino lo acquistò nel 1977. Rappresenta colonna portante della linea difensiva azzurra di fine anni 70 e della prima metà degli anni 80, insieme al “giaguaro” Castellini e “Palo ‘e fierro” Peppe Bruscolotti.
particolare del numero
La maglia, come dicevo è quella classica, un modello a manica corta, piuttosto iconico come dicevo più sopra: sempre prodotta dalla mitica Ennerre, reca in formato più piccolo rispetto al modello precedentemente descritto, lo sponsor “Buitoni”, la celebre azienda alimentare che ha accompagnato il Napoli per tre stagioni, oltre ovviamente alle “patch” dello scudetto e la coccarda tricolore che hanno fatto spostare lo stemma societario sulla manica destra: in questo modello, a differenza che nella versione estiva, lo stemma risulta sempre cucito sulla maglia. Il numero 5 ha la forma più “panciuta”, rispetto a quella tradizionale, vale a dire con la parte inferiore e superiore del numero molto più ravvicinate, rispetto al numero 5 tradizionale.
particolare del fronte maglia
La maglia fu scambiata il 13 dicembre 1987 con un calciatore della Juventus dopo la partita al San Paolo, terminata con il risultato di 2-1 in favore degli azzurri (reti di De Napoli e Maradona per i padroni di casa e Cabrini per gli ospiti). La sconfitta dei campioni d’Italia nel match di ritorno al Comunale di Torino fu, purtroppo, una delle tappe fondamentali per la rimonta del Milan di Sacchi che, come noto, scucì lo scudetto dalle maglie azzurre, l’esatto opposto di ciò che è avvenuto nella stagione appena conclusa.
particolare dello stemma
Con gli azzurri, il “libero” venuto dalla Lombardia, ha scritto pagine storiche, facendo parte delle varie fasi della storia di quegli anni del club partenopeo.
Ferrario è passato dallo scudetto sfiorato del 1981 con la partita stregata contro il Perugia, dove proprio una sua autorete, condannò i partenopei in favore della Juventus; poi ha vissuto gli anni della paura per la retrocessione, in particolare le stagioni 1982-83 e 1983-84 dove, grazie alle sue quasi perfette esecuzioni dal dischetto, (8 centri e un solo rigore sbagliato, prima di cedere il testimone da rigorista a Diego Armando Maradona) trascinò alla salvezza la traballante squadra azzurra; infine ha recitato un fondamentale ruolo nella stagione perfetta del 1986-87 dove ha conquistato il primo storico scudetto azzurro e la terza Coppa Italia: memorabile fu il suo gol a Torino contro la Juve, il 9 novembre 1986, in quella vittoria (1-3) che rappresentò la prima mattonella per la conquista del tricolore.
Due momenti della sfida del San Paolo, nella prima foto Maradona e Cabrini si salutano e s’intravede Moreno Ferrario sullo sfondo
La stagione 1987-88, appunto quella di questa maglia, fu l’ultima dello storico centrale azzurro, protagonista, suo malgrado, della parziale epurazione disposta dal duo Ferlaino-Bianchi dopo il comunicato congiunto con cui si chiedeva l’allontanamento del tecnico bergamasco, ma a farne le spese furono proprio lui, anche e soprattutto per sopraggiunti motivi anagrafici, insieme a Bagni, Garella e come noto, Giordano. Ferrario, dopo una stagione con la Roma abbastanza, anonima, concluse poi la carriera nella sua Lombardia, a Saronno, nel 1995, dopo essere passato anche per Avellino, Siena e Carrara.