GLIEROIDELCALCIO.COM (Federico Baranello) – Stasera, al Teatro Santa Teresa a Verona, avremo la possibilità di entrare nell’atmosfera unica di quella stagione davvero indimenticabile per i colori dell’Hellas Verona: la stagione 1984/85. Ermanno Regattieri e Andrea de Manincor portano in scena uno spettacolo scritto da Matteo Fontana, nostra “vecchia conoscenza”, che ha superato ormai le venti repliche.
“Due amici, la passione per il calcio e per l’Hellas Verona, si trovano in una vecchia soffitta”, ci dice Ermanno Regattieri da noi raggiunto per l’occasione, “un pavimento pieno di ritagli di vecchi giornali e riviste, gli oggetti di quegli anni … un subbuteo, dei dischi. Ma anche gli zaini di scuola, pasti estemporanei consumati e tanto disordine. Un ambiente fermo… come in una fotografia scattata circa 34 anni prima, l’anno dello scudetto di una squadra entrata nella leggenda: una “sporca dozzina” guidata dal condottiero Osvaldo Bagnoli. Una provinciale divenuta di lusso su cui nessuno avrebbe puntato una lira. Una cavalcata sportiva degna di gloria”.
“I due amici tornano con i ricordi a quel periodo, a quei momenti”, prosegue Regattieri, “si ripetono le formazioni e proprio gli errori, che la memoria fa inevitabilmente compiere dopo anni, diventano oggetto di diatribe e approfondimenti. Ricordi che non hanno a che fare solo con il calcio, anzi. Allora anche la lettura dei titoli dei quotidiani del tempo assume la sua importanza nel descrivere la cronaca di quegli anni. Erano gli anni del boom dell’eroina in Italia, e Verona in particolare era un centro devastato da quelle morti tra i giovani, tanto da dover dedicare a San Patrignano un settore che si occupava proprio di coloro che arrivavano da Verona e dintorni”.
Si, l’eroina è l’emergenza sociale di quegli anni ma, così come nella vita, il racconto va avanti tra confronti ed evocazioni in una alternanza di gioia e malinconia. Discorsi, parole e ricordi tra le canzoni di quell’estate e fotogrammi color nostalgia.
“I due amici ripercorrono la grande impresa, partita dopo partita”, prosegue Ermanno, “sino alla sorpresa finale che segnò per entrambi, in modi diversi, quella giornata. Un finale comunque malinconico”.
L’attore ci racconta anche cosa ha visto e percepito durante le tante repliche dello spettacolo nel corso di questi anni… “Prima di questo non mi ero mai cimentato in uno spettacolo che parlasse di calcio, quindi la reputo davvero una grande esperienza. Quando Matteo Fontana ce lo ha proposto ne eravamo davvero felici e lo giudicammo interessante da subito, proprio perché tratta di qualcosa che avevamo davvero vissuto anche dal punto di vista emozionale. Poi mi piacciono i testi contemporanei e questo in particolare ha in se anche la parte nostalgica. Uno spettacolo da vedere, che piace anche alle donne perché si narra in pratica la storia dell’Italia in un periodo storico ben preciso. E’ una storia ovviamente localizzata, Verona, ma è una piccola storia della nostra Italia, da sostenere per la sua unicità e per il suo valore storico e culturale”.