GLIEROIDELCALCIO.COM (Alessandro Lancellotti) – Era il 2 Aprile del 1998, un giovedì e a Vicenza era una giornata uggiosa.
Il Vicenza guidato da Francesco Guidolin e con giocatori di spicco come Mimmo Di Carlo, Fabio Viviani e Gigi Brivio era il detentore della Coppa Italia.
Dopo aver eliminato i polacchi del Legia Varsavia, gli Ucraini dello Shakhtar Donetsk e gli Olandesi del Roda quel piccolo grande Vicenza, miracolo di quel calcio italiano di fine anni novanta, aspettava allo stadio Romeo Menti la temibilissima squadra inglese del Chelsea per la gara valida per le semifinali di Coppa delle Coppe.
All’epoca i “blues” erano guidati da Gian Luca Vialli che era anche giocatore. In squadra vi erano anche altri due italiani Zola e Di Matteo, il forte Rumeno Dan Petrescu, l’Uruguaiano Poyet e il francese Frank Lebœuf che qualche mese dopo divenne campione del mondo con la Francia.
La febbre per il match era salita da tempo e nelle due settimane precedenti i botteghini erano stati presi d’assalto. Le vecchie biglietterie che si trovavano tra la tribuna e il settore ospiti registravano lunghissime code; con il biglietto veniva dato in omaggio un poster con al centro riprodotta una foto del Teatro Olimpico progettato da Andrea Palladio simbolo di “vicentinità”. La febbre per la partita del secolo dei biancorossi continuava a salire.
La stampa locale parlava del possibile pericolo hooligan a Vicenza ma nei giorni prima della partita si vedevano per il centro di Vicenza turisti con maglia blu del team londinese che si comportavano tranquillamente facendo foto con macchine fotografiche con ancora la vecchia e amata pellicola Kodak.
Ed eccoci al 2 Aprile 1998, nella città bagnata dalla pioggia, già dal pomeriggio le persone si dirigevano verso lo stadio Menti, tutti col prezioso tagliano in tasca. I controlli delle forze dell’ordine cominciavano già da Piazza Matteotti, presso il ponte di ferro altro controllo e poi verso i settori.
L’atmosfera era incredibile! Adrenalina a “mille” condita da pioggia battente. All’epoca vi era ancora il famoso palo in tribuna che disturbava le dirette televisive così la troupe di Mediaset si mise nel settore distinti.
Al calcio d’inizio le due squadre scendevano con le seguenti formazioni:
Vicenza: Brivio, Belotti, Di Cara, Mendez, Ambrosetti, Ambrosini, Di Carlo, Schenardi, Viviani, Zauli, Luiso.
Allenatore: Francesco Guidolin
Chelsea: De Goey, Ckarke, Duberry, Le Saux, Leboeuf, Petrescu, Di Matteo, Newton, Wise, Vialli, Zola.
Allenatore: Vialli
In palio la finale della Coppa delle Coppe a Stoccolma contro la vincitrice di Stoccarda Lokomotiv Mosca.
Nei settori dello stadio tutto esaurito spiccavano gli impermeabili dei tifosi e le bandierine bianco rosse con il logo delle due squadre consegnate prima della partita. Dalla curva sud scendeva il grande bandierone con lo sponsor dell’epoca. Sulle note di 2001 odissea nello spazio, mentre si alzava una coreografia con un tricolore che riempiva tutta la curva sud e gli stendardi che componevano la scritta vincere, gli inglesi occupavano tutto il vecchio settore ospiti dello stadio. Anche i rivali storici del Vicenza i veronesi gemellati da anni con la squadra inglese erano presenti per tifare Chelsea.
In campo fu subito un attacco da parte degli undici di Guidolin e dopo 16 minuti Lamberto Zauli da Roma centrò la rete battendo il gigante olandese il portiere De Goy. L’esultanza durò un minuto, lo stadio scoppiò per la gioia dei ventimila del Menti.
Quella rete decise la partita di una squadra e di una città, una partita che passò alla storia, incoronando un momento e un giorno memorabile.
Al ritorno s’imposero gli inglesi ma quella è un’altra storia. Trasferta Londinese rimasta nella storia con 3.500 tifosi al seguito. La partita di ritorno divenne anche una canzone cantata dalla punk rock vicentina Derozer dal titolo Fedeli alla Tribù.
Classe ’82, tifoso del Vicenza, appassionato di statistica calcistica e collaboratore di vari programmi radiofonici e televisivi oltre a quotidiani. Laureato in Storia e laureando in Demo Etno Antropologia. Nutre amore particolare per gli inni musicali delle squadre di calcio di cui colleziona i vinili. Cultore dei marchi e delle sponsorizzazioni nel mondo del calcio. Vanta citazioni in numerosi libri sulla storia del calcio. Insomma un “folle” appassionato del gioco più bello del mondo.