GLIEROIDELCALCIO.COM – “I dirigenti calabresi e lo stesso Mazzone hanno fatto il possibile per tenere nascosto il suo arrivo, ma Vito Chimenti è ormai faccia troppo nota per passare inosservato. Anche se in abiti borghesi, in mezzo ai compagni in tuta, non è stato difficile individuarlo dopo cena nei pressi dell’Hotel Paradiso. Una volta scoperto, ha tentato una … falsa dichiarazione (“sono un tifoso…”) ma poi ha dovuto accettare l’individuazione” (Cit. La Gazzetta Sportiva, 29 luglio 1979).
Una storia di calcio mercato particolare quella di Vito Chimenti, che ci torna alla mente andando a rileggere la Gazzetta del 29 luglio del 1979.
Chi è Vito Chimenti? Il Matera lo preleva nel 1972 dall’Altamura, quando Vito ha solo diciannove anni. Lui risponde mettendo subito a segno sedici reti in Serie C. Nel 1973 passa alla Lazio di Maestrelli ma l’avventura non ha fortuna. Poi Lecco e Salernitana prima del ritorno a Matera in D che, grazie alle sue reti, torna in C.
Nel 1977 approda al Palermo, 74 partite e 29 gol in campionato. Suo anche il gol messo a segno contro la Juventus nella finale di Coppa Italia 1978-79.
A questo punto della sua carriera ritiene di meritare di più ed è secco il suo NO alla società siciliana, ora vuole solo il Catanzaro, vuole la massima serie. È vero, in due stagioni fra i cadetti credo di avere dimostrato di meritare una… promozione. Non ho niente contro il Palermo, ma visto che si è presentata la possibilità di passare al Catanzaro, mi sembra giusto che io ne approfitti…”, questo il Chimenti pensiero. Un pensiero e desiderio che vale “un cercare” di passare inosservato nel ritiro di Palanca & Co.
Nonostante tutto continua a cercare goffamente di far finta di niente pur confermando di fatto tutto…” … io sono venuto soltanto qui come… turista, per parlare con i miei probabili nuovi dirigenti, il mio nuovo tecnico e i miei nuovi compagni. Il mio è da considerare un semplice week-end ad Asiago in attesa di potermi allenare regolarmente nelle file del Catanzaro”.
Così finirà infatti e disputerà la stagione in Calabria, senza grandissima fortuna per la verità. Passerà poi alla Pistoiese e metterà a segno nove reti che rappresentano il record per il club toscano nella massima serie. Poi Avellino e Taranto nella sua carriera.
Insomma un calciatore che sembrava destinato alle grandi e blasonate piazze, mentre ha trovato poi in provincia la sua dimensione. Un calciatore dalla corporatura tozza ma comunque agile e con il fiuto del gol. Lascia al calcio anche quel particolare modo di portarsi in avanti il pallone, la bicicletta, fatta vedere nei campi più difficili.