Zbigniew Boniek ha rilasciato un’intervista a il Giornale, in cui ripercorre il Mundial ’82 …
«È stato uno dei mondiali più belli di sempre, sicuramente migliore di tutte le ultime edizioni. Per l’equilibrio, perché era ancora un Mondiale tradizionale a 24 squadre, per le grandi nazionali che c’erano e soprattutto per una serie di fuoriclasse che difficilmente avremmo rivisto tutti insieme […]”
Sull’Italia…
«Era una squadra che ha saputo tirare fuori il meglio nei momenti più difficili. E quella vittoria mondiale ha preso un effetto speciale proprio perché è nata tra le polemiche e i silenzi stampa, insomma in un clima in cui tutto sembrava giocare contro la vostra Nazionale».
In quel Mondiale l’Italia ha affrontato la nazionale Polacca due volte, nella prima partita del girone e poi in semifinale ..
«Mah, intanto per me c’era una differenza fondamentale: la prima partita l’ho giocata e la seconda no… E la sfida del girone fu una partita chiusa, molto equilibrata, lo 0-0 in fondo faceva comodo a entrambi. Noi eravamo una buonissima squadra, ma arrivavamo da sei mesi senza giocare perché per gli eventi politici di quei tempi (le proteste di Solidarnosc e la legge marziale imposta da Jaruzelski) nessuno voleva affrontarci. Ma anche noi siamo cresciuti giocando: abbiamo travolto il Perù 5-1 e ci siamo qualificati meglio degli azzurri […] mi beccai un cartellino giallo a dieci minuti dalla fine della partita con la Russia. Che andò a sommarsi a quello ricevuto proprio contro l’Italia e mi costò la squalifica. Poi non so dire se con me in campo le cose sarebbero cambiate… Ma le chiedo: se ci fossero stati Boniek in campo e Rossi in tribuna cosa sarebbe successo? Togliere me alla Polonia era come togliere Pablito all’Italia: anch’io ero al top della condizione, stavo segnando e la squadra stava crescendo con me… […] la semifinale fu abbastanza equilibrata. Rossi segnò su punizione, poi su un gran contropiede di Bruno Conti, noi prendemmo un palo… Comunque l’Italia vinse meritatamente. Anche il Mondiale»
il Giornale – Elia Pagnoni